Il 10 agosto 1975 usciva per la prima volta al cinema Amici miei, il film cult del regista Mario Monicelli. Per anni, ed ancora oggi, Amici miei rappresenta l’elogio dell’amicizia scanzonata, del divertimento dissacrante. In quel film sono contenute scene e dialoghi che riescono a unire, spesso, diverse generazioni. A contribuire al successo del film anche un cast straordinario: da Tognazzi e Moschin. 
Il conte Raffaello Mascetti è un nobile decaduto che, dopo aver scialacquato due eredità (la sua e quella della moglie), è costretto a vivere dapprima ospite degli amici, poi in uno scantinato (il cui affitto, a sua insaputa, è per due terzi corrisposto proprio dagli amici). Rambaldo Melandri è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna, per la quale sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Giorgio Perozzi (voce narrante del film) è un redattore capo di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione per la sua poca serietà e il disprezzo per le avventure extraconiugali che il figlio (terribilmente serio e accigliato, l'esatto opposto del padre) e la moglie gli riservano. Guido Necchi gestisce con la moglie Carmen (molto più impegnata di lui sul lavoro) un bar con sala da biliardo, puntuale covo d'incontro del gruppo d'amici. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della narrazione, il professor dottor Alfeo Sassaroli, brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione e proprietario di una clinica in collina, che diventerà in breve uno dei pilastri del gruppo e sotto la cui spinta le bravate prenderanno nuova vitalità.

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