Il ´Maracanazo´ finora è della Spagna. Questo 2-0 contro il Cile non sarà una tragedia nazionale come per il Brasile nel 1950, ma uscire dal Mondiale da campioni in carica dopo appena due partite è una storica brutta figura che rimarrà negli annali. Infatti non era mai successa, visto che 4 anni fa l´Italia andò anche lei fuori subito, ma per eliminarla ci vollero tutti e tre i match della prima fase. Contro un Cile che ha confermato quanto di buono si diceva sul suo conto, e sostenuto a Rio da una marea di tifosi che hanno festeggiato gridando ´´eliminados´´ all´indirizzo degli spagnoli, la ´Roja´ di Del Bosque ha confermato l´impressione assolutamente negativa suscitata nella partita persa di brutto a Salvador contro l´Olanda.
E´ una Spagna senza più benzina, intensità e gioco, ed è scomparso il celebre ´tiqui-taka´ dato che qui si è vista gente che non si reggeva quasi in piedi e altri che non sapevano cosa fare con il pallone. Il più deluso sarà probabilmente Diego Costa, anche oggi fischiato e insultato dai suoi connazionali: avrebbe avuto il posto garantito anche nei 23 della Selecao, ma per il Mondiale di casa ha scelto la Furia e ora va fuori dopo soli 180 minuti. In attesa di capire i motivi di un crollo così repentino di una nazionale che appena pochi mesi fa aveva dato una lezione di calcio all´Italia nell´amichevole del ´Vicente Calderon´, vanno sottolineati i meriti del Cile, forgiato dal ct Jorge Sampaoli che ha continuato l´opera del connazionale ´Loco´ Bielsa, al quale i cileni hanno intitolato perfino uno stadio. Quello della formazione oggi impostasi al di là di quanto dica il 2-0 finale, è un calcio totale che fa di lei un´Olanda sudamericana, esaltato dalle giocate di un Vidal superlativo, da un Sanchez ispirato e in continuo movimento così come Vargas, troppo frettolosamente bocciato dal Napoli.