TRECASE - Tanto più variegata e intrigante quanto più interessante e bella questa “Festa contadina” 2014 giunta alla sua terza edizione per merito e vanto dell’Associazione Culturale “Viviamo Trecase” presieduta dall’instancabile prof. Francesco d’Ambrosio, egregiamente coadiuvato dall’intero gruppo del suo Sodalizio.
Sostenuta dal successo riscosso nelle precedenti edizioni, anche quest’anno, grazie all’impegno e all’entusiasmo dei soci ed alla collaborazione di alcuni concittadini, sabato 28 e domenica 29 giugno, nel cuore del paesello vesuviano, i numerosi visitatoti, in gran parte affluiti dal nostro circondar iato, si sono felicemente ritrovati per trascorrere momenti di aggregazioni, di svago e di riflessione, ballando assieme come caratteristici gruppi folcloristici accompagnati da melodie dolci e struggenti, assaggiando dolci e pietanze della più tipica tradizione contadina e degustazione ottimi vini prodotti sulle pendici del Vesuvio da varie case vinicole locali.
- L’obbiettivo della festa, da come recita la brochure, non è solo quello di divertire e riscoprire gli antichi sapori di una volta; essa rappresenta anche un modo per far capire cosa ha significato la cultura contadina per le passate generazioni trecasese e le possibili potenzialità di sviluppi futuri di un ritorno ad essa, opportunamente “adattata” alle mutate condizioni economiche sociali. -
Ed è stato così che il visitatore si è trovato tra variegate qualità di albicocche e vini pregiati del Vesuvio, tra sapori e profumi di una volta, intraprendendo un fascinoso viaggio per riscoprire la Trecase di un tempo passato, girovagando negli antichi portoni del Centro Storico e lungo il corso principale cittadino, tra musiche e balli, rivivendo mestieri dimenticati, vecchie tradizioni, giochi del passato e assaggiando prodotti tipici della cucina contadina.
Rivedendo i preziosi merletti della nonna ed infarinandosi tra i produttori di pasta fresca stasa al sole ad asciugare.
Il visitatore ha altresì potuto apprezzare l’abilità dei contadini nel realizzare sgargianti “piennoli” di pomodorini nostrani e la capacità del “Cardalane” nel ridare igiene e morbidezza ai materassi di quei tempi.
È stato bello assistere alla cura con cui tutta la famiglia celebrava il “rito” dell’imbottigliamento dei pomodori e preparava la densa conserva degli stessi.
È stato interessante conoscere gli strumenti usati dai nostri avi per la vinificazione (quanta fatica e genuinità in quel prodotto).
E dulcis in fundo è stato fascinoso ritornare bambini, seppure per poco e divertirsi con i giochi del passato.
Ad allietare le due splendide serate di fine giugno ci hanno pensato i musici locali con la postazione fissa di Salvatore Napodano e la posteggia mobile guidata da Ignazio Panariello.
Ospite d’onore il gruppo folk de’ ’A paranza d’ ’o lione

NINO VICIDOMINI