Lei ha sempre sostenuto che la commedia dell´arte è vita, un cordone ombelicale che permette la comunicazione tra anima, corpo e realtà sensibile. Una comunicazione che, quando vive di disequilibri armonici, filtra sulla scena la verità. Da lì si sprigiona l´emozione, la reazione del pubblico che scatena la catarsi attraverso un applauso che è riconoscimento di sè. Quanta energia ha preso dal teatro, e quanta energia il teatro ha preso da Fioretta Mari...

“Esiste una sola verità, l’energia. Per fare bene questo lavoro, o se volete chiamiamolo nobilmente mestiere, ne occorre tanta, tantissima. Attraverso la profusione di sé, pur rappresentando in scena cose non vere ma pur sempre filtrate dalla realtà, tutto assume la forma di una verità energetica. Che si nutre di simbiosi con la compagnia in un blocco unico in armonia con il pubblico. Io ho dato tanto al teatro, il teatro mi ha dato tanto: la passione non ammette conteggi”.

Qual è il ricordo più bello della sua strepitosa carriera, quello che, facendo correre la mente e le immagini, le suscita più emozioni...

“Non ho dubbi: Liolà di Pirandello al Teatro Cervantes di Buenos Aires. Il numerosissimo pubblico in visibilio ci dedicò 25 minuti di applausi, che gioia. Fu una commozione enorme per tutti noi. Un ricordo indelebile per contenuti e grande qualità”.

Le faccio dei nomi, aggiunga qualcosa.

Ugo Tognazzi... "Immenso, ha saputo godersi la vita in maniera splendida"
Nino Manfredi... "Ironia unica, strepitosa".
Vittorio Gassman... "Il Mattatore per eccellenza, una presenza scenica maestosa sulla scena e nella vita"
Totò... "Qualità umane come pochi, un poeta sublime. Assurdo che la sua sontuosa arte sia stata riconosciuta solo dopo la morte. Almeno parlo dei critici, la gente lo ha amato dal primo momento e ancora lo ama".

Lei, oltre ad essere un´attrice di spessore internazionale, è un´insegnante molto richiesta in tutto il mondo. Ecco, da insegnante, qual è la prima cosa che dice ad un suo allievo? C´è differenza tra un allievo giovane ed uno magari più attempato? C´è un tempo per iniziare a fare teatro, o è sempre il momento giusto per iniziare?

“Ad ognuno dei miei allievi dico: hai la forza di sopportare continue umiliazioni? L’attore è tale quando riuscirà a recitare sempre bene le stesse battute anche dopo il trentesimo ciak nel cinema, e a dare le stesse emozioni ogni sera a teatro. La cosa più importante è di non smettere mai di realizzare i propri sogni e di credere in se stessi. Il talento non ha età, forse qualcuno non ha avuto le occasioni giuste per farsi conoscere, ma il vero talento prima o poi viene fuori”


Se dovesse fare due nomi, un attore e un´attrice: chi sono i migliori di tutti i tempi? Sappiamo che è impossibile, ma Fioretta Mari a chi penserebbe senza... pensarci su più di tanto?

“Per me il più grande è stato Turi Ferro, mente le attrici che scelgo sono tre. Da loro ho imparato tutto quello che so. Parlo di Ida Carrara, Maria Carrara e Francy Carrara. Le prime due sono mie zie, e poi c’è mia mamma. E’ la meravigliosa famiglia d´arte della quale faccio parte essendo la dodicesima generazione”.

Qual è il senso dell´esistenza? Il teatro è un veicolo per sognare distaccandosi dalla realtà o è il modo migliore per vivere?


“Per avere un senso dobbiamo meritarci la presenza su questa terra, dare gioia al pubblico e dare corpo ai sogni. Il resto è una naturale conseguenza, in teatro come in tutti gli ambiti”.


Eduardo De Filippo e Carmelo Bene sostenevano che l´attore deve complicarsi la vita per riuscire meglio nel suo lavoro. E´ d´accordo? La scena si può considerare la corda di un equilibrista senza reti di salvataggio? Ovvero, il rispetto del teatro prevede profonda preparazione, sacrificio e perfezione-perfettibilità. La sua teoria...


“Quanto hanno ragione. L´artista che vive negli agi non credo possa riuscire a trasmettere al pubblico l´umanità e l´umiltà che servono ad un artista per entrare nel cuore del pubblico, ammaliandolo con l’enorme talento che occorre”.

Quest´anno il Pompei Cinema Festival avrà l´onore di avere tra gli ospiti di pregio... Fioretta Mari. Le sue riflessioni...

“Sono felice di far parte di questa bella avventura, Pompei è una città famosa in tutto il mondo e merita le luci della ribalta. E’ un Festival giovane, ma sono sicura che, grazie alla verve del presidente De Luca e del suo ufficio stampa, negli anni si confermerà quale appuntamento di grande spessore per tutti gli appassionati di recitazione. La mia speranza è che attraverso queste manifestazioni si dia una chance ai nostri ragazzi: riusciranno il cinema ed il teatro a dare un po’ di energie e speranze ai giovani? Lo spero con tutto il cuore. I ragazzi hanno talento e non lo sanno, bisogna aiutarli a far sbocciare i fiori che sono dentro di loro”.

La kermesse, quarta edizione, sarà dedicata a Massimo Troisi. Lei ha lavorato con il grande artista partenopeo. I suoi ricordi.


“Massimo era la dolcezza, l´umanità fatta persona. Sul versante artistico lo reputo uno splendido esempio di attore-poeta. E’ stato un artista unico e i miei ricordi legati a lui ve li racconterò al Festival”.

Come e quando capisce che davanti a Lei c´è un allievo di talento? Quali sono i consigli che dà agli aspiranti attori per ascoltare cosa c´è dentro di sè da far emergere?

“Lo capisco dal carisma, una dote innata che, se c’è, è evidente, e dal magnetismo degli occhi. Ai ragazzi chiedo sempre di ricordarsi da dove provengono perchè le radici sono quelle che formano un vero artista, e soprattutto gli dico di non vergognarsi mai e di non nascondere le eventuali umili origini, che sono la vera forza di un attore”.

I progetti di Fioretta Mari tra presente e sogni da realizzare.

“Poter avere sempre la stima e l´affetto sincero dei miei allievi o colleghi perchè per me è indispensabile vivere in armonia con tutti anche fuori dall´ambiente di lavoro. Ma il mio desiderio più grande è vedere mia figlia realizzare i propri sogni come artista e come donna, e non dovere per forza cercare la propria realizzazione all´estero”.