“Penso che il sindaco sia quella figura istituzionale capace di sviluppare le priorità ed incidere significativamente nel cambiamento di un territorio. Con queste parole inizia l’intervista con Enzo Ascione, candidato per il Partito Democratico alle primarie di coalizione di domenica 26 febbraio. Sfiderà il chirurgo e professore universitario Carmine Alfano, sostenuto dai partiti centristi e da alcune liste civiche.

Vanta una storia di militanza politica trentennale ed una ventennale esperienza amministrativa. Ascione, nato a marzo del 1963 a Napoli, era tra i componenti della Fgci oplontina durante le marce per la pace e contro la camorra nel lontano 1984. Dall’anno successivo è stato assunto al Banco di Napoli, dove tutt’ora è funzionario quadro, e si è trasferito a Novara con la famiglia fino al 1990. Tornato a Torre ha dapprima ripreso gli impegni sociali, solo qualche anno dopo quelli politici. Nel 1995 è stato eletto consigliere con il Pds, sostenendo Cucolo sindaco, e dal 1996 al 2000 ha ricoperto la carica di assessore ai lavori pubblici ed urbanistica. Funzione che ha svolto nel secondo mandato, dopo la rielezione, dal 2001 al 2005. Quindi la breve parentesi dell’esperienza Monaco, ha mancato l’elezione nel 2007, è tornato a Palazzo Criscuolo come consigliere nel 2012, appoggiando l’elezione di Giosuè Starita.

Si potrebbe dire, “finalmente candidato sindaco”, anche se, per adesso, solo alle primarie.

“In effetti, è un ruolo che sento di poter svolgere già dal 2005, dopo essere stato nella squadra di Cucolo come assessore ai lavori pubblici ed urbanistica. Ho anche fatto già il consigliere ed a chi mi chiedeva cosa volessi fare, rispondevo che la mia ambizione era fare il sindaco. Ritengo che sia la figura cruciale per lo sviluppo di una città”.

Il leitmotiv di questi giorni e settimane è uno: continuità e discontinuità. In che modo si propone ai cittadini?

“Le rispondo con un’esperienza già vissuta. Quando ho ricoperto per la prima volta la carica di assessore, ho ripreso tutti i progetti che avevamo ereditato e le linee di finanziamento, benché venissero da amministrazioni sciolte per infiltrazione. Ritengo che le scelte scellerate vanno bloccate a prescindere ma non mi pare che sia il caso di questa amministrazione. Dalle delibere che ho letto, vedo un futuro roseo per la città. Se devo evidenziare una discontinuità sarà solo di approccio: svolgerò l’incarico in maniera “normale”, con un lavoro di squadra. Starita, purtroppo, non ha avuto questa possibilità”.

Quali ritiene siano i punti di forza o le criticità del territorio? E come pensa di intervenire?

“La riqualificazione del centro storico – i quartieri Murat, Carceri e Polveriera – sono punti critici. Occorre ripensarli insieme con le periferie – Rovigliano, Andolfi, Penniniello e Torretta di Siena – nella redazione di un nuovo Piano Urbano. Credo in una città polifunzionale e policentrica, come del resto è già stata improntata con il trasferimento degli uffici pubblici a Rovigliano ed il museo a Palazzo Criscuolo”.

Quindi come si articolerà il suo programma nel medio e lungo periodo? E quali solo le azioni da mettere in campo nell’immediato?

“Per il mio vissuto e le mie idee, guardo sempre alle fasce più deboli della popolazione. A queste bisogna dare risposte subito. Ma gli obbiettivi devono essere pochi e precisi sia nell’immediato che per i 5 anni. Dalla mia esperienza ho capito che è velleitario pensare di risolvere tutto. Occorre puntare sulla fascia di costa ed il protocollo firmato dall’amministrazione va in questa direzione. Perseguire la strada della risorsa archeologica, valorizzando e potenziando il sito anche attraverso un maggiore decoro urbano, tra verde e pulizia. Quindi una grande azione di spinta culturale fatta insieme a tutti i cittadini, per superare le criticità dei parcheggi, per migliorare gli spazi pubblici e risolvere la questione legata alla pulizia della città”.

Come sta convincendo le persone al voto di domenica prossima, superando sia lo scetticismo che l’antipolitica?

“Le persone che mi conoscono sono le stesse che hanno fiducia in me e che mi stanno sostenendo ed incoraggiando in queste ore. Con chi non mi conosce è difficile perché l’antipolitica ed il qualunquismo sono i sentimenti prevalenti. Non aiuta indicare sempre i privilegi della politica perché nei Comuni non è lo stesso. Di certo posso vantare, in 20 anni in campo, dopo aver conosciuto ed amministrato il territorio, di averlo fatto senza essere mai stato minimamente intaccato da procedimenti giudiziari”.


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