Dopo il servizio de “Le Iene” sono stati tanti i pareri per qualcosa che va probabilmente oltre l’umana comprensione. Matteo Viviani ha posto in evidenza, con il suo servizio, il fenomeno della “Blue Whale”, l’assurdo “gioco” che istiga al suicidio e che pare abbia mietuto oltre 150 vittime nella sola Russia.

Ebbene qualche sospetto è arrivato fino a Torre Annunziata, con uno studente 16enne del luogo che pare sia stato salvato mentre si avviava verso la fine del gioco. L’allarme – secondo quanto riporta anche “Il Mattino” - è scattato qualche giorno fa, non appena è giunta alla Procura della Repubblica una soffiata secondo cui il giovane, residente nel centro storico oplontino e che frequenta un istituto superiore in città, era rimasto suggestionato dal servizio firmato da “Le Iene” e aveva deciso di avviare il gioco della morte.

IN COSA CONSISTE - Blue Whale, traduzione letterale dall’inglese “Balena Azzurra” viene definito un horror game a causa delle prove cruente e psicologicamente devastanti che vengono richieste ai partecipanti. Si chiama così perché fa riferimento al fatto che le balene blu a volte tendono a spiaggiarsi, quindi a morire, come se si uccidessero. Non bisogna farsi ingannare dal fatto che lo chiamano “gioco” perché di divertente non ha veramente nulla. Anzi, i ragazzi rischiano di cadere vittime di un effetto contagio e di essere manipolati, con conseguenze davvero devastanti. Ci troviamo di fronte ad un’attività criminale organizzata e il governo russo sta inasprendo le pene per chiunque istighi il suicidio o promuova azioni pericolose che possano indurre i minori alla morte.

I ragazzi vengono adescati tramite hashtag di riferimento sui canali social, vengono attratti nella rete e manipolati al fine di accettare il “gioco”, che ha come epilogo la loro morte. Una serie di tappe che si snodano nell’arco di 50 giorni, in cui viene richiesto ai partecipanti di superare delle prove, una al giorno, in un’escalation di difficoltà e violenza. Nello specifico, ogni iscritto è assegnato ad un amministratore, il cosiddetto “curatore”, che avrà il compito di dare le istruzioni da seguire, spiegare le regole e chiedere alla fine di ogni esercizio, la testimonianza che sia stato realmente portato a termine. La cosa forse più macabra e raccapricciante è costituita dal fatto che ogni prova deve essere documentata attraverso foto e video, inviate all’interno delle chat online, come dimostrazione ufficiale del superamento dei diversi step.

Guardare film horror tutto il giorno, di svegliarsi alle 4.20 del mattino e tagliarsi con lamette e coltelli per incidersi l’immagine di una balena o di altre scritte: manipolazioni mentali ed esercizi che vanno a creare quelle condizioni di stress psico-fisico che abbassano le difese e rendono le persone ancora più vulnerabili di quello che già sono, fino a che non viene chiesto loro, al termine dei 50 giorni, la prova finale per “vincere”: uccidersi saltando giù da un palazzo. Dai casi di cronaca, si evince che questi ragazzi prima di compiere il gesto estremo, lasciavano l’ultimo messaggio disperato nella vetrina dei vari social network.

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E uno di questi casi è stato segnalato e riscontrato a Torre Annunziata. Il ragazzino, che vive una forte situazione di disagio sociale è affidato ai nonni dopo la separazione dei genitori ha confidato ad alcuni amici di essere rimasto particolarmente colpito da quanto raccontato in tv, tanto da aver avviato i contatti con per iniziare il suo tragico percorso nel “blue whale”. Se all'inizio poteva sembrare uno scherzo di cattivo gusto, le varie ricerche fatte online avevano convinto lo studente di Torre Annunziata ad iniziare. L'avrebbe fatto proprio ieri, con la prima prova. A salvarlo, però, sono stati alcuni amici e i nonni. Le sue confidenze, incessanti ed ossessive, hanno spinto alcuni compagni di classe a fare una segnalazione e ad avvisare i nonni del ragazzo, che è stato praticamente salvato prima di entrare nella spirale della balenottera blu.

Immediatamente avviate indagini da parte della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. Il ragazzo in questione è stato ascoltato, così come nelle prossime ore anche gli amici per carpire altre informazioni e valutare l’esistenza di problemi di altra natura. In particolare, sono tuttora in corso accertamenti informatici sui contatti avuti dal ragazzo negli ultimi giorni sui canali social, magari da un fantomatico “tutor”. Le tracce lasciate sul web probabilmente saranno decisive per l'inchiesta, poiché gli inquirenti hanno intenzione di capire se il primo caso in Campania possa essere l'ultimo oppure se ci sia qualcuno in zona ad aver iniziato il gioco della morte. 

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