Un pomeriggio di conoscenza e sensibilizzazione su una sindrome particolarmente diffusa come l’autismo. È quanto avvenuto, ieri pomeriggio, a Boscoreale, presso il Teatro Minerva, in un convegno organizzato dall’istituto comprensivo 1° Cangemi, fortemente voluto dai genitori, dal team dei docenti di sostegno e dalla preside Carmen Guarracino.

Dell’argomento si è parlato con l’ausilio di esperti e la testimonianza della madre di Carolina, una bambina affetta dalla sindrome. Ad introdurre l’evento, una performance degli alunni di 1 A e 1 B della scuola secondaria di primo grado, che hanno rappresentato, mediante messaggi e cartellonistica, la condizione dei bambini autistici, con l’obiettivo di trovare la strada giusta per una migliore comunicazione e interazione tra normodotati e affetti da sindrome. “Insieme si può fare qualcosa di grande. – hanno scritto i ragazzi - L’amore è una grande medicina”.

Un invito e una speranza che, tra le righe, sono stati confermati dagli intervenuti. Dal punto di vista del pediatra, Barbara Scelzi, “oggi, il pediatra deve saper i suoi pazienti, riconoscendo i sintomi dell’autismo nei primi anni di vita”. Il ruolo della scuola nell’accoglienza e nel sostegno ad un autistico è stato, invece, sviscerato dalla d.ssa Maria Luigia Fusco, psicologa dello sviluppo e psicoterapeuta. “Il rapporto con un bambino autistico – ha sottolineato – è una grossa opportunità perché dà, ad ognuno di noi, la possibilità di modificarci”.

La cura dell’ambiente di apprendimento rappresenta, come sostenuto dallo psicologo Davide Di Sarno, un passaggio importante per favorire l’inclusione del ragazzo autistico. “L’autistico porta ad una rivoluzione – ha sostenuto - perché bisogna ristrutturare gli spazi per favorirne l’inclusione. Si tratta di strutturare spazio, tempo, materiale di lavoro per puntare ad una sua maggiore autonomia ed i compagni di classe possono essere una grande risorsa perché tutti sono egualmente responsabili”.

Secondo la dott.ssa Giovanna Gison, che ha trattato del modello italiano ASD nella scuola, “la diagnosi precoce è essenziale e, nel trattare la sindrome, non esistono risposte uniche per tutti, piuttosto esistono percorsi”. Bruno Cammarota, poi, da sempre impegnato per la tutela dei diritti dei disabili, ha parlato del bene confiscato a Boscotrecase che sarà il primo presidio del progetto "la casa di Paolo", che diventerà un semi convitto per disabili in età non scolare e, più in generale, dei progetti dedicati al post scuola e al “dopo di noi”. A conclusione, l’emozionante intervento esperienziale della mamma di Carolina, una dolcissima e affettuosissima bambina autistica. “Oggi Carolina non parla – ha spiegato – ma, grazie a Dio, ha raggiunto un buon livello di autonomia”. Ha, inoltre, sottolineato, l’importanza della diagnosi perché può aprire le porte a molti servizi e aiutare i genitori a conoscere trattamenti specifici. I bambini autistici, infatti, hanno potenzialità per crescere e migliorare con il giusto mix di interventi.


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"