Presentato, ieri, a Boscoreale, nella sede del PD di via Papa Giovanni XXIII, il libro “Il profumo della vita” di Fiorella Simonelli. L’autrice, alla sua seconda pubblicazione, ha rappresentato, nella medesima, suddivisa in quattro capitoli, la personale concezione della vita e delle sue apparenti piccolezze, quelle che, ad uno sguardo approfondito, le danno veramente senso.

La presentazione era inserita nel quadro di appuntamenti culturali organizzati dall’associazione “Il nuovo Vesuvio”, denominato “Boscoreale e i suoi tesori culturali”, giunto alla quarta edizione. Difatti, a fare gli onori di casa, è stato il presidente Angelo Cesarano, cognato, tra l’altro, della scrittrice, che ha presentato i relatori intervenuti. Presente in sala, tra gli altri, anche, ovviamente, Antonio Cesarano, marito dell’autrice e direttore del periodico locale d’ispirazione cattolica “Universo Uomo”.

Carmela Rita De Rosa, presidente dell’Azione Cattolica della parrocchia Immacolata Concezione, associazione di cui fa parte l’autrice, e membro della redazione del giornale associativo “Universo Uomo”, di cui la Simonelli è storica collaboratrice, ha puntato l’attenzione sulla scrittura come strumento tramite il quale ella comunica se stessa. “Fiorella ha trovato nella scrittura un modo per esprimere la sua enorme sensibilità – ha spiegato – che le permette di vedere un mondo dove le altre persone vedono solo un bicchier d’acqua”.

Stefania Spisto de “Il quaderno edizioni”, editrice del libro, partendo dalla sua esperienza di vita, ha sottolineato la profondità del mondo visto da Fiorella. “La vita ha il suo profumo – ha esordito – e ringrazio Fiorella per avercelo ricordato. Siamo abituati a leggere la realtà in superficie, mentre parlare di un pensiero, proporre un’idea necessita di tempo e riflessione. Fiorella dice di cercare il profumo della nostra vita lì dove è il nostro cuore e la nostra gioia”.

Don Alessandro Valentino, parroco dell’Immacolata Concezione, autore della prefazione del libro, ha lanciato messaggi importanti. “Al centro della nostra attenzione – ha affermato – non vorrei ci fosse solo il libro, ma la persona e, dunque, la vita che lo ha scritto. Scrivere un libro, mettersi in gioco è una rivelazione del proprio essere. Leggere questo libro, inoltre, significa ‘educarci al sentire’ e Fiorella, in questo senso, ci invita a cogliere la realtà, non solo a pensarla. ‘Sentire’ è ‘poetare’ ed è un lasciarsi andare, pronti ad accogliere ciò che lei dice. L’attenzione è al centro del sensibile”. 

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