L’estate volge al termine ma, di certo, le polemiche non si raffreddano. Anzi, le questioni di primaria importanza non devono essere “polvere da nascondere sotto il tappeto”. La pensa in questo modo Luigi Buffone, ex consigliere comunale di Boscoreale, che inveisce, alla fine dell’estate, contro la “polvere” dell’amministrazione Balzano.

“La polvere – spiega in una nota - è rappresentata innanzitutto dall’abbandono di servizi precedentemente esistenti verso quei soggetti sociali più deboli, in particolare gli anziani, a cui è stato sottratto il servizio di assistenza domiciliare, e i disabili, a cui è stato negato il trasporto, ma come non parlare delle difficoltà che incontreranno, famiglie e bambini, alla riapertura delle scuole dell’obbligo cittadine!”. Sotto il tappeto, a giudizio di Buffone, esistono tante questioni, glissate, sorpassate o trattate con pressapochismo.

“E’ polvere – aggiunge - la penalizzazione della pratica sportiva, con la questione del Campo Sportivo “Vittorio Pozzo”, la cui “non gestione”, manifesta non solo una sorte di danno erariale all’Ente comunale, ma soprattutto ha negato la possibilità a decine di società e a centinaia di ragazzi o sportivi di fruire, negli ultimi quattro anni, del principale impianto sportivo cittadino”.

Nelle mire del dissidente Dem, anche la “ciliegina sulla torta” dell’ultima festa patronale e la problematica degli stipendi. “La ciliegina sulla torta – attacca - si ha negli ultimi tempi, quando l’Istituzione Comunale deroga o rinuncia al controllo del territorio e alla sicurezza dei cittadini (vedi questione feste patronali), chiudendo nei giorni festivi il settore di Polizia Locale per mancanza di risorse economiche. Alla luce, poi, del fatto che ogni mese i dipendenti comunali e le loro famiglie sono costantemente a rischio stipendio viene effettivamente da dire che questa è un’amministrazione che tenta di  nascondere l’evidenza!”

Capitolo conti pubblici. “E’ polvere sotto il tappeto – denuncia - il nascondere ai cittadini che il Comune va praticamente e nei fatti  verso il default: una coraggiosa e coerente dichiarazione di dissesto avrebbe garantito alcune clausole a salvaguardia di cittadini, creditori e dipendenti. Invece, si è voluto scegliere il piano di rientro decennale solo per difendere  future “candidabilità”!”.

Chiusura con vena polemica. “Qualcuno mi ‘consiglierà’, ancora una volta, di dedicarmi ad altro. Ebbene, - conclude - fino a quando avrò una briciola di passione per la crescita sociale, culturale o politica della comunità in cui vivo, nessuno potrà mai dirmi di stare zitto!”.


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