Boscotrecase. Al Comune c’era il vigile “furbetto” che dopo aver “badgiato” puntuale, alle 7:40, usciva poco dopo dall’ingresso di via Rio a bordo della sua utilitaria. Il vigile andava a gettare la spazzatura per il figlio, che vicino al municipio da anni gestisce un grosso market. Poi prendeva un furgone e guidava. Direzione Castellammare di Stabia. Perché occorreva pure la spesa al conveniente “cash and carry”. In totale 429 minuti di assenza dal servizio, pari al 119 per cento calcolato sull’orario giornaliero.

Altre volte, invece, la “pausa” era più “innocente”: serviva per tentare la fortuna al Lotto o per prendersi un caffè al bar all’angolo. Il “furbetto” di turno se la prendeva comoda sin dal mattino. Badge strisciato alle 7:59, uscita ore 10:11, abiti civili e via. In totale soltanto 288 minuti di assenza. C’erano “jolly”, “battitori liberi” e incorreggibili “solisti”. Poi “coppie” e “terzetti” maggiormente collaudati, che marcavano anche per i colleghi.

Collaudato soprattutto il trio di dipendenti pubblici che – come scritto nell’ordinanza di custodia firmata oggi dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, Giovanni De Angelis – usava da efficace copertura una insospettabile donna, “LSU”, contrattualizzata un’ora al giorno. Ma quella donna, con sé, aveva le chiavi della porta che significava “libertà”. Le chiavi che aprivano l’ingresso nascosto e posteriore del Comune. Bastava dare una mandata e via.

Inquietanti i numeri emersi dall’ultima inchiesta anti-fannulloni, che coordinata dalla Procura della Repubblica oplontina ha smascherato 23 presunti “furbetti del cartellino” in servizio presso il Comune di Boscotrecase (vedi link e video collegati). Monitorati in nemmeno due mesi (dall’8 febbraio al 21 marzo 2016), con due telecamere brandeggiabili piazzate la prima sulla terrazza della Media “Cardinal Prisco”, la seconda nei pressi dello stadio comunale boschese, 296 episodi di assenteismo e 181 di false attestazioni in servizio.

Trenta in tutto i dipendenti pubblici finiti nel mirino degli investigatori. Per sette posizioni, il giudice non ha ritenuto necessario l’applicazione di alcuna misura. Sei dipendenti sono stati spediti ai domiciliari; 13, ora, hanno l’obbligo di presentarsi in polizia, fino a due volte al giorno, con sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per 1 anno; 4, infine, le sospensioni disposte per 6 mesi.  

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