Boscotrecase. “Uscivo dal Comune sempre per motivi istituzionali: mi occupavo di tutte le informative sui cambi di residenza e di domicilio, nonché di quelle di polizia commerciale. Usavo la mia auto, vero. Ma era necessario. Il Comando ancora oggi non ne ha per tutti e non ho mai preso un rimborso. Qualche volta solo un caffè veloce. Ma ripeto: uscivo solo per servizio”. E’ il giorno della “sua verità”. Vuole gridarla, a tutti i costi ed a gran voce, il maresciallo maggiore Damiano Policarpo, in servizio da 37 anni al Comune di Boscotrecase, ex comandante dei Vigili Urbani dal 2005 al 2010.

Il maresciallo è tra i 30 presunti “fannulloni” travolti dall’ultima inchiesta sui badge facili all’interno degli uffici di via Rio. La Procura della Repubblica di Torre Annunziata gli contesta 13 episodi di assenteismo più un omessa denuncia. Per questo, lo scorso 12 luglio, Policarpo era stato sospeso per un anno dal servizio. L’ex capo dei Vigili, che a settembre andrà in pensione, si è sempre professato innocente. Anche quando accompagnato dal suo avvocato, il legale Ferdinando Striano, si è poi presentato dinanzi al gip. Giudice che al termine dell’interrogatorio gli ha “scontato” lo stop dal lavoro, riducendolo da 12 a 3 mesi.

Ma secondo le indagini, condotte con vari appostamenti dai carabinieri della stazione di Trecase (agli ordini del maresciallo capo Antonio Tiano e del vice-comandante Claudio Milito), Policarpo avrebbe messo inoltre in atto un inquietante tentativo di “inquinamento probatorio”. Venuto infatti a “conoscenza dell’indagine da colleghi insospettiti dalla presenza di militari in abiti civili” - si legge nelle 106 pagine dell’ordinanza relativa agli ultimi “furbetti del cartellino” – il comandante si sarebbe presentato ai carabinieri dicendo: c’è “qualcuno che zoppica” all’interno del Comune. Frase registrata con il cellulare dalle forze dell’ordine presenti alla scena, svoltasi nei locali della caserma di Trecase. Policarpo avrebbe inoltre utilizzato il telefono del proprio ufficio, chiamando più volte i carabinieri “per avere la certezza della presenza di eventuali telecamere installate all’interno e all’esterno del Comune”.

“Spesso, data la mia funzione, ho collaborato con i carabinieri per questioni di ordine pubblico e di sicurezza. In una chiacchierata – così oggi Policarpo - chiesi se c’erano telecamere in Comune. In quel periodo tutti mi chiedevano se c’erano indagini in corso. Un carabiniere replicò dicendomi se andava tutto bene. Io risposi che ‘in ogni azienda c’è qualche pecora zoppa’. Niente di più. Ci sono rimasto davvero male, perché sono innocente e tra un po’ andrò in pensione. Non meritavo quest’epilogo”

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