“L’immane tragedia consumatasi con la perdita di vite umane ha determinato nelle 48 ore successive al terribile evento, l’impegno incessante, in una condizione di profondo dolore e sgomento, nel dare il proprio contributo a tutte le autorità pubbliche tempestivamente intervenute”. Così l’avvocato Roberto Cuomo, amministratore condominiale del fabbricato crollato in via Rampa Nunziante venerdì mattina, in una nota inviata alla stampa che smentisce l’acquisto degli appartamenti avvenuto in un’asta.

“L’intero fabbricato era un bene indiviso tra diversi proprietari dai quali abbiamo acquistato io ed altre persone (Massimo Lafranco, Aniello Manzo, Marco Chiocchetti, Mario Cirillo e il defunto Giacomo Cuccurullo, ndr) ad aprile dello scorso anno con un regolare atto firmato dal notaio. Inoltre – continua Roberto Cuomo - non esiste alcuna società immobiliare finalizzata alla creazione di un b&b. I lavori al primo e secondo piano prevedevano la realizzazione di abitazioni private e non di una struttura ricettiva”. Lavori per i quali non sembrano essere state consegnate tutte le SCIA: le due segnalazioni di inizio attività presenti al Comune riguardano infatti i due appartamenti al primo piano.

Lo conferma anche l’avvocato Roberto Cuomo che nella nota dichiara “Erano in corso lavori di ristrutturazione privata all’interno dei singoli appartamenti del primo piano regolarmente denunciati alle Autorità competenti e su questo sono certo perché il direttore tecnico dei lavori al primo piano è lo stesso direttore dei lavori che avremmo dovuto fare al condominio (l’architetto Massimiliano Bonzani, ndr) mentre al secondo si era in una fase di iniziazione”. Fase di “iniziazione” motivo per il quale, forse, non era stata presentata ancora la Scia, nonostante fosse stato montato un tubo per lo scarico di materiale di risulta presente sul suolo nei pressi della curva di Rampa Nunziante.

Ed è su questo appartamento (acquistato da Massimo Lafranco nell'atto del 2016 e poi rivenduto a Gerardo Velotto, ndr)  che, molto probabilmente, si concentrerà l'attezione della magistratura. Qui secondo alcuni testimoni, sono cominciati dei lavori intensi la scorsa settimana, quando Giacomo Cuccurullo insieme alla famiglia, si è assentato per diversi giorni. Lavori che non erano condotti dalla ditta edile di Attilio Cuccurullo, fratello della vittima. "Smentisco categoricamente che i lavori in corso negli appartamenti in Rampa Nunziante erano realizzati dalla mia impresa - afferma Attilio Cuccurullo - In questa tragedia ho perso mio fratello, mia cognata e mio nipote. Non posso accettare che si dicano falsità sul mio conto".


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