Museo della Pasta a Gragnano? Si farà, parola di Paolo Cimmino. Potrebbe finalmente prendere pieghe positive l’infinita querelle legata al Museo della Pasta. E’ annunciata infatti una conferenza stampa, in programma per venerdì 17 febbraio alle ore 11.00 presso l’aula consiliare del comune, con cui si illustrerà il progetto legato al polo.

Il luogo scelto è l’ex convento di San Michele Arcangelo, sito in via Santa Croce, per un valore progettuale di circa 1 milione di euro. Non si conoscono altri dettagli: vige il più stretto riserbo sul tema, per ora, almeno fino alla conferenza di presentazione. “Si tratta di un passo importante  - afferma Cimmino - per la rivalutazione della storia e delle tradizioni della nostra città. Il museo darà ancora più lustro a quel nobile prodotto per il quale siamo conosciuti in tutto il mondo".

La storia. Tra il 2008 ed il 2009 il comune di Gragnano ottiene 1 milione e 600mila euro per la costruzione del Museo della Pasta, in un’ottica di rilancio del turismo enogastronomico ai piedi dei Monti Lattari. L’opera, che doveva essere consegnata durante la seconda amministrazione Serrapica non fu completata. Durante l’amministrazione Patriarca e la successiva Commissione Prefettizia si cercarono, con successo, alcune proroghe della data di consegna dell'opera. Con la carica di sindaco passata nelle mani di Paolo Cimmino, per evitare di restituire i soldi richiesti dalla provincia – quest’ultima aveva pattuito l’erogazione di un milione a progetto approvato e di altri 600mila ad opera ultimata - si era proposta una sorta di permuta offrendo come location, per allocare il museo della pasta, il Monastero degli Agostiniani Scalzi a piazza San Leone; un immobile già pronto per ospitare il museo ma che aveva suscitato qualche perplessità in materia di sicurezza e di dimensioni della struttura. La situazione si impantana a tal punto da non riuscire più a sbloccarsi fino al triste epilogo della restituzione dei fondi stanziati.

La svolta. Il nuovo progetto ha una novità importante, a partire dalle presenze alla conferenza stampa: ci saranno infatti alcuni tra i maggiori pastifici presenti sul territorio, come Di Martino, Garofalo e Liguori. Il museo sarà finanziato in parte dalla Regione ed in parte da un gruppo di imprenditori privati. Già in precedenza dei pastifici avevano dato la disponibilità, ma la chiave di volta potrebbe essere l’Art Bonus, ovvero lo sgravio fiscale per gli imprenditori e/o aziende che decidono di finanziare l’opera. “Si tratta di un sistema di incentivi fiscali – spiega l’assessore al comune di Gragnano Sara Elefante - diretti a privati che decidono di fare mecenatismo, elargendo donazioni a sostegno dell'arte, della cultura e in generale dei Beni Culturali pubblici. Il credito d'imposta definito è del 65% e sarà detraibile in 3 anni, riconosciuto alle persone fisiche e agli enti senza scopo di lucro nei limiti del 15% del reddito imponibile. Nella prima fase – ha continuato l’assessore Elefante - abbiamo individuato un solo intervento, particolarmente significativo per la storia e le tradizioni cittadine, l'ex convento di San Michele Arcangelo, riservandoci la possibilità di estendere l’Art Bonus ad ulteriori interventi, con l'obiettivo di salvaguardare il ricco patrimonio di opere e di attività del nostro paese”.

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