Vino e caffè: non solo alimenti ma anche materie prime per esprimersi nell’arte. Sono i materiali adoperati in origine da Giuseppe Fontanarosa, un giovane architetto vesuviano che ha iniziato il suo percorso artistico utilizzando proprio le due bevande. Oggi, però, si serve anche dei tradizionali colori a olio, di vernici, smalti, acrilico e altri ancora e che applica  su supporti di materiale di risulta e di riciclo.

Fontanarosa ha presentato la sua personale esposizione nella struttura del Centro di Psicologia Clinica Territoriale ‘Essebi’ della psicoterapeuta Linda Scognamiglio. L'arte di Fontanarosa si concretizza non solo attraverso la pittura, ma anche attraverso le strutture che realizza, il teatro, la danza e le performance che l’artista esprime anche con i movimenti del corpo manifestando così il suo pensiero e la sua interpretazione del significato della vita dell’uomo.

L’esposizione è un viaggio attraverso le opere con cui l’autore intende, piuttosto che evocare o emozionare, offrire un forte contenuto di studio e ricerca sull’identità che poi declina in tanti temi. Un’identità dell’uomo che si osserva attraverso gli atteggiamenti dei volti rappresentati troppo spesso seri e sofferenti e che, secondo l’artista, l’osservatore deve recepire non necessariamente emozionarsi.

Da circa due anni Fontanarosa è approdato alla pittura tralasciando l’uso del vino e del caffè con cui aveva cominciato le sue opere su lenzuola bianche e tavole, idea nata dalle macchie casuali che aveva osservato sui fogli bianchi durante i suoi studi. Si è poi esibito per i suoi visitatori in una interessante performance avente anche qui il tema della identità dell’uomo.

“È molto importante coniugare il momento della cultura con quello del benessere - ha dichiarato l’Assessore allo Sviluppo Economico Annarita D’Arienzo presente alla personale - perché in una città dove c’è benessere piscologico e sociale c’è anche crescita. Saremo accanto a tutti i soggetti che proporranno iniziative finalizzate a migliorare il territorio dal punto di vista culturale, per la creazione di una città a misura d’uomo”.

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