Dovrà cambiare il collegio giudicante nel processo con rito ordinario ai presunti affiliati del clan Gionta. Non verranno, infatti, giudicati dalla prima sezione penale del tribunale di Torre Annunziata gli otto rinviati a giudizio nell’operazione “Alta Marea” che hanno scelto di porre la loro posizione all’attenzione dell’istruzione dibattimentale. La scelta è venuta proprio dal trio giudicante presieduto da Antonio Fiorentino che, nel corso della prima udienza fissata per ieri, si è dichiarato incompatibile. Diversi i motivi di questa scelta comunicata con un’ordinanza di due pagine. Alla base dell’incompatibilità prima di tutto il fatto di aver giudicato il clan Gionta nel corso del procedimento denominato “Gionta + 19” conclusosi prima di Natale. Il giudizio in quel processo secondo le toghe oplontine potrebbe essere stato elaborato grazie a prove che potrebbero ricorrere a carico di altri affiliati al clan. Si tratta per esempio delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia riguardanti alcuni imputati nel procedimento che sta per iniziare. È il caso i Alfonso Agnello e Antonino Paduano, già indicati nell’altro processo dai pentiti come sodali del clan di Palazzo Fienga per loro esperienza diretta. I collaboratori hanno inoltre riferito circostanze incriminanti sempre in quel processo a carico di altre due persone coinvolte in questo processo come Salvatore Agretti e Mario Monaco. Circostanze riferite loro da altri affiliati e comunicate nel corso della lunga istruttoria conclusasi con oltre quattro secoli di carcere ai danni del gotha del clan. Altro elemento che potrebbe interdire il giudizio secondo i giudici è il fatto che per quel procedimento è ancora in corso la redazione delle motivazioni alla sentenza di condanna per cui sono stati chiesti novanta giorni. “Per questi motivi oltre che per una chiara motivazione di opportunità – si legge nell’ordinanza – il collegio trasmette gli atti al presidente del tribunale”. Sarà proprio Vincenzo Maria Albano, massima autorità del palazzo di giustizia a dover decidere la nuova destinazione del procedimento. Presumibilmente il processo passerà alla seconda sezione penale ma per saperlo bisognerà attendere metà febbraio quando lo stesso collegio della prima renderà nota la decisione del presidente. Per lo stesso motivo il trio si è dichiarato incompatibile anche per un altro processo che doveva cominciare ieri mattina e che riguardava il capoclan Pasquale Gionta e Alfredo Carbutti. Anche in questo caso le motivazioni sono identiche in quanto il collegio ha già giudicato Gionta dichiarandolo promotore dell’omonimo sodalizio criminale e le scelte riguardo il nuvo processo, per il quale risponde proprio del ruolo di capoclan. Anche per questo procedimento dovrà decidere il presidente del tribunale. Dopo la decisione lo stesso potrebbe essere riunito all’altro processo rinviato trattandosi di uno stralcio dello stesso filone d’indagine che ha reso possibile l’operazione “Alta Marea”.
Vincenzo Sbrizzi