Sono diciotto le ordinanze di custodia cautelare, per il traffico illecito di "pezzé: nove riguardano persone residenti nel Napoletano, in prevalenza autotrasportatori, ad alcuni dei quali è stata contestata l´aggravante dell´articolo 7; avrebbero agito per favorire gli interessi del clan camorristico Birra-Iacomino, che contende al gruppo rivale degli Ascione-Papale il controllo di Ercolano. Secondo quanto si è appreso, i rifiuti tessili giungevano in Toscana da Ercolano, comune vesuviano dove è radicata la tradizione della raccolta, cernita e rivendita degli indumenti usati, le cosiddette "pezze". Nel quartiere di Resina di Ercolano, infatti, ancora oggi molte bancarelle espongono abiti di seconda mano, che anche a causa della crisi economica mantengono un notevole mercato. Nella zona di Prato ufficialmente venivano ripuliti e disinfettati; di fatto, invece, venivano inviati in altre città senza essere sottoposti ad alcun trattamento.

Sarebbe stata la Eurotess di Montemurlo (Prato), che si occupa di recupero di rifiuti tessili, la "base operativa" del traffico di stracci che ha portato all´esecuzione di 17 ordini di custodia cautelare (di cui 9 ai domiciliari) nei confronti di imprenditori, commercianti, trasportatori e intermediari, per l´inchiesta della Dda e dei carabinieri del Noe di Firenze. Lo spiegano i carabinieri che hanno arrestato il titolare Franco Fioravanti - contestatagli anche l´aggravante dell´art.7 -, la moglie, Edwige Pichot e la segretaria, Elena Tatti (entrambe ai domiciliari). Sulla carta, spiegano gli investigatori, Eurotess avrebbe dovuto trattare gli indumenti da destinare poi alla vendita al dettaglio. L´impianto però si sarebbe limitato "a falsificare una serie di documenti per far figurare il passaggio del rifiuto" nello stabilimento "quando, in realtà, esso arrivava direttamente a ditte non autorizzate a trattare rifiuti che, dopo sommaria cernita, reimmettevano sul mercato i pezzi più appetibili, provvedendo a smaltire illecitamente la parte non riutilizzabile contribuendo ad alimentare il degrado del territorio con pratiche, come quella dell´incendio di stracci lungo la pubblica via, tristemente note in Campania".
Se per i cc, Fioravanti era il "protagonista del traffico in Toscana, di cui dirigeva le operazioni", per i flussi per la Campania, sarebbe "stato affiancato, fino ad esserne progressivamente sostituito", da Emanuele Bagnati (arrestato), "che vanta parentele eccellenti nel clan Birra-Iacomino e ne rappresenta gli interessi: era lui a occuparsi della gestione di quella parte del traffico, con particolare riferimento alla zona di Ercolano, imponendo destinatari e prezzi nell´esclusivo interesse del sodalizio cui era legato". Sugli interessi economici in gioco i rifiuti, spiega sempre l´Arma, acquistati alla raccolta - spesso realizzata da ignare associazioni no profit - a 10 centesimi al kg, erano rivenduti a 40, risparmiando sulle spese di trattamento e sostenendo solo quelle di trasporto: 2-3 centesimi al kg. 320 i trasporti illeciti ricostruiti per oltre 5.000 tonnellate di indumenti, ma per i carabinieri il quantitativo mosso sarebbe "infinitamente più ampio: milioni di tonnellate l´anno". Tra le altre persone arrestate, i trasportatori Gabriele Borragine in Campania, Sauro Bellucci e Francesco Dessi (quest´ultimo ai domiciliari) a Firenze, i commercianti, destinatari finali del prodotto, Filippo Cozzolino, Giovanni e Salvatore Scognamiglio, Massimo Uliano e, sempre a Firenze, Romeo Bruschi (agli arresti a casa). Arresti domiciliari anche per un raccoglitore Paolo Castorri, fermato in Emilia Romagna, e i commercianti Catello Russo, Raffaele Malapena, Antonio Viola e Salvatore Melillo. Nel corso dell´operazione sottoposte a sequestro preventivo quote societarie e beni mobili per un valore di circa 5 milioni di euro.