Trecase - Alle ore 19.00 di venerdì prossimo 26 febbraio, nell´ Auditorium della parrocchia Sant´ Antonio di Padova di Padova, l´ Associazione culturale "Logos" presieduta dalla prof.ssa Lina Lupoli, incontrerà il prof. Nicola Ruggiero, Accademico Tiberino, letterato, studioso emerito nonché storico leopardiano e custode di una straordinaria biblioteca del poeta di Recanati.
Il Ruggiero relazionerà sul tema: " Il periodo napoletano di Giacomo Leopardi". L´ evento, di indiscusso interesse letterario, avrà, dunque, un eccezionale protagonista che non solo amplierà le nostre conoscenze sul Leopardi, ma la arricchirà di aneddoti e particolari sconosciuti sulla vita e l´ arte del grande poeta recanatese, che concluse la sua vita nella nostra terra, dopo averle dedicato canti immortali.
La maggior parte delle biografie stilate su Giacomo Leopardi attribuiscono al colera la ragione del suo decesso, ma proprio il prof. Nicola Ruggiero, custode di una delle più grandi collezioni di cimeli leopardiani, ci "svela" che la vera causa della morte fu una congestione intestinale. “Il Leopardi era molto goloso, in particolare era ghiotto di dolciumi - ci spiega il Ruggiero - la sera prima del suo decesso, avvenuto il 14 giugno del 1837, s´era tenuta in casa Ranieri (ove il Leopardi era ospite) una gran festa in occasione dell´onomastico del padrone di casa Antonio Ranieri. In queste circostanze, era costume portare in dono al festeggiato dei sacchetti di confetti (cannellini) alcuni di questi sacchetti furono messi nella stanza da notte del poeta. L´indomani, giorno previsto per il rientro a Torre del Greco, non resistendo alla tentazione, il Leopardi divorò avidamente il contenuto di un paia di sacchetti (del peso di circa 800 grammi l´uno) che gli provocarono una forte indigestione e nel giro di poche ore lo portarono alla morte ”.
Dunque la causa reale del decesso del Leopardi fu una tremenda scorpacciata di dolce, resa fatale dal diabete e dagli altri mali che già lo affliggevano.
Nino Vicidomini