Un post su facebook, poche parole e subito il tam tam corre per tutta la rete e la città. "Oplontis da patrimonio dell´umanità a location ad uso esclusivo della Soprintendenza archeologica di Pompei". Queste le parole di Vincenzo Marasco, presidente del Centro Studi Niccolò D´Alagno, che ha pubblicato il messaggio sui social.

Secca la risposta del Sovrintendnete Osanna che, tramite l´ufficio stampa, afferma “è una cena organizzata da una società privata che ha fatto richiesta per avere la disponibilità della villa, pagando il canone di 5000 euro e lo straordinario ai custodi”.
Pochi minuti dopo il post di Marasco, sempre sui social, inizia a girare l’invito ad “un incontro per dimostrare il nostro dissenso presso l’ingresso del Sito”. L’appuntamento è per “domani alle 18”.

La rabbia dei cittadini torresi è indirizzata alla Soprintendenza ed al Mibac che non ha scelto il sito torrese tra i 32 per le aperture serali estive, preferendolo trasformare in “un ristorante chic. Siamo oltre i limiti di sopportazione – continua Marasco – di queste politiche affaristiche poco accorte ai bisogni ed al bene del territorio”. Infine la polemica contro la classe politica “addormentata”.

“Gli scavi di Oplonti – precisano dalla Soprintendenza – sono stati esclusi perché non rientrano tra i siti con maggiore fruibilità. Inoltre i soldi che si incassano con queste iniziative che si svolgono anche a Pompei o Ercolano vanno a finanziare la programmazione sui siti archeologici, tra cui rientra anche quello di Torre”.


Raffaele Perrotta