Succede nei migliori premi. Per capirci: quelli frequentati dalle star dello spettacolo, come ad esempio il Premio Troisi. Succede che arrivano i vip che si trascinano dietro stampa e tv e dei vincitori resta solo il nome scritto negli annali. Chi sono, cosa fanno, da dove vengono e, soprattutto: cosa hanno fatto per meritare il premio?
Abbiamo sposato la causa (persa, come ci succede a volte) dei vincitori snobbati e con il nostro faretto da mezzo watt diamo luce e giustizia a Vincenzo Pastore di Torino (non ci ha inviato foto - ma non è difficile immaginarselo questo simpaticissimo autore di testi comici), vincitore del Premio Troisi "Miglior monologo di cabaret" con "Il suicidio – Teoria e tecniche di perfezionamento".
Ecco la sua autointervista (scritto attaccato se no ci portano tutti al manicomio), leggete e buon divertimento:

"Dopo aver provato, con alterni successi, l’autoerotismo,
l’autoipnosi, l’autosuggestione, l’auto senza nessuna parola
al seguito, l’autofinanziamento, l’autoscontro, l’automatico
(sportello), finalmente oggi provo l’autointervista. Sono
curioso di sapere cosa risponderò alle domande del mio
intervistatore, che poi sarei io ma ancora non l’ho detto a
me stesso. Sarà una sorpresa.
Oggi ho intervistato l’autore de IL SUICIDIO, TEORIA E
TECNICHE DI PERFEZIONAMENTO, vincitore del PREMIO MASSIMO
TROISI 2010 come miglior monologo di cabaret.
Intervistatore (che poi sono io): Chi è Vincenzo Pastore?
Intervistato (che poi sono io): Sono io.
Intervistatore: Lo so ma volevo dire se ci racconta qualcosa
su di lei. Chi è, cosa fa? dov’è nato. Cose così insomma. Le
cose che tanto non interessano ai lettori.
Intervistato: Sono Vincenzo Pastore, Ho 40 anni suonati (a
volte bene a volte male). Sono un napoletano emigrante. Sono
un creativo e lavoro come copywriter nel dorato mondo della
pubblicità. E da pochi giorni sono diventato anche papà.
Intervistatore: Auguri. Passiamo alla prima domanda: secondo
te il tappo che chiude la falla nel golfo del Messico
riuscirà a trattenere il petrolio?
Intervistato: Il premio è arrivato come un fulmine a ciel
sereno, come il cacio sui maccheroni mentre stai aspettando
la cotoletta. Quando Pino Imperatore, Presidente della Giuria
del Premio Troisi, mi ha chiamato, pensavo fosse Pino
Imperatore, Presidente della Giuria del Premio Troisi. Anche
perché aveva proprio detto di essere Pino Imperatore,
Presidente della Giuria quindi non poteva essere un altro.
Sono rimasto senza parole. Per me che sono napoletano, il
premio ha un sapore decisamente diverso. Sono stato onorato e
orgoglioso.
Intervistatore: Secondo lei, la storia tra la Marcuzzi e
Facchinetti è destinata a durare come un temporale estivo?
Intervistato: L’idea del Suicidio mi è nata semplicemente
osservando quello che accade ogni giorno. Gente che si taglia
le vene lanciandosi dalla finestra, gente che si avvelena
cadendo dalle scale. Bisognava fare ordine. C’era troppa
confusione. Morire credo sia un modo sbagliato di vivere e
quindi ho deciso di dare il mio contributo a sdrammatizzare.
Intervistatore: Capisco. Nel 2012 lei crede che il mondo
finirà?
Intervistato: Non lo so se un Premio così prestigioso può
aprire delle porte anche perché la statua è grossa e non
credo possa entrare in qualche serratura. Stasera provo.
Intervistatore: Ottima risposta. Cosa pensa dei Reality che
porta soldi e notorietà a persone comuni che poi quando
diventano famose scoprono di voler fare gli attori?
Intervistato: La serata della premiazione è stata strana. La
sera prima una signora, durante il concerto di Gigi
D’Alessio, non potendone più, si è lanciata dalle gradinate e
credo si sia fatta male. Non la gradinata, che non si è fatta
nulla. E quindi la serata della premiazione ha rischiato di
saltare, come la signora (che saluto e che spero ora stia
meglio). La decisione presa dal Sindaco di San Giorgio,
insieme alle altre autorità, è stata quella di chiudere la
gradinata e quindi alla premiazione c’era meno gente. Detto
questo, la serata è stata piacevole. La serata è iniziata con
un rinfresco privato su una bella terrazza all’interno di
Villa Bruno. E lì non mi volevano far entrare perché non
avevo il pass. Poi, sotto accompagnamento, mi hanno fatto
pass. E lì, finalmente, l’anonimato che mi accompagnava è
esploso. Infatti tutti i giornalisti e le varie televisioni
locali intervistavano tutti (camerieri e arancini compresi),
tranne noi vincitori. C’era un amico di Maria e tutti
correvano da lui. Poi, uh, guarda c’è Iacchetti... e tutti
correvano da lui. Uh, guarda Costanzo.... Uh guarda la
frittatina di mozzarella... E il prosecchino che facciamo?
Non gli facciamo dire qualche parolina? E tutti correvano da
lui. Finite le cose da mangiare, siamo stati invitati ad
uscire e ad andare alla serata. Siamo stati premiati da Vaime
e ancora oggi mi chiedo perché ci hanno dato quel microfono
senza farci urlare il nostro IBAN o il nostro codice fiscale.
Intervistatore: Secondo lei si andrà alle elezioni
anticipate?
Intervistato: Il mio monologo spiega come attuare alla
perfezione le varie tecniche suicide, dispensando consigli e
suggerimenti per non lasciare nulla al caso, a meno che voi
non lo conosciate bene questo caso e vi fidate di lui.
Intervistatore: I tuoi film e i tuoi libri preferiti?
Intervistato: Avevo già partecipato al Premio Troisi. Nel
2008 ho avuto una menzione speciale per SONO ITALIANO ANCHE
SE SPESSO NON SI DIREBBE, che raccoglieva delle interviste al
Lapo nazionale.
Intervistatore: Il sushi ti piace al sangue o ben cotto?
Intervistato: Prossimi progetti? Non lo so. Pensavo al ponte
sullo stretto ma mi dicono ci sia la coda. Buon segno.
Qualche anno fa ho pubblicato un libro dal titolo L’UOMO CHE
RACCOGLIEVA STORIE, che di comico non ha nulla. Amo scrivere
in tutte le sue forme sgrammaticate quindi non so cosa
produrrò domani.
Intervistatore: Siamo arrivati alla fine. La ringrazio per la
sua disponibilità.
Intervistato: Guardi, credo sia in fondo a destra."