Presentato nella serata di lunedì 11 giugno alla Libreria Libertà di Torre Annunziata, organizzato dal Caffè Letterario Nuove Voci, il docu-film Luci sulla frontiera- La Chiesa di strada, il cortometraggio scritto e diretto dalla giornalista Ilaria Urbani , con voce narrante di Roberto Saviano.

Il documentario  racconta la storia di alcuni preti simbolo dell’integrazione, possibile e doverosa, tra emarginati, tra gli ultimi tra gli ultimi, nel tessuto di una società che si autodefinisce  civile, ma che è molto lontana dall’esserlo e da includere ed accogliere e di come questa lotta per una umanità più solidale esca per necessità dalle chiese e vada tra le strade dei quartieri di Napoli.

E allora troviamo Don Franco Esposito, cappellano del carcere di Poggioreale,  che si occupa dei  detenuti e delle loro famiglie, il quale senza mezzi termini definisce il carcere come un’università del crimine, che produce l’80% di recidive e che dovrebbe invece essere supportata da una rete di volontariato che aiuti questi uomini ad un vero processo di crescita. Poi c’è Padre Antonio Loffredo che opera tra i giovani del rione Sanità, un rione definito ghetto ma che sta trovando riscatto grazie alla cultura e al riappropriarsi di  monumenti, sottratti ad incuria e ad usi che definire impropri è usare un eufemismo. Qui ha trovato luce ad esempio il teatro della Sanità, che dà speranza e fiducia ai giovani del posto. Ci spostiamo poi  a San Giovanni a Teduccio, ex quartiere operaio di Napoli, dove incontriamo Don Gaetano Romano, un prete che  crea possibilità concrete per la formazione dei figli dei più poveri, dando loro la speranza che un futuro diverso è possibile. Don Felix Ngolo, invece, viene dall’Africa e si occupa dei ragazzi delle case di amianto ai margini dell’antica Puteoli. Infine Padre Domenico Pizzuti, gesuita e teologo, svolge la sua missione a Scampia, quartiere simbolo della camorra partenopea in cui vi è insediato da ormai trent’anni un grande campo rom.

Presenti in sala gli animatori del Caffè letterario, tra gli altri, Andrea Palmieri e Antonio Sbrizzi, i quali sono diventati un punto di riferimento importante per Torre Annunziata e dintorni per una cultura di qualità e che hanno inserito la proiezione del documentario in un più ampio discorso sulla legalità promosso dall’associazione.  Dopo la visione del docu-film, c’è stato l’intervento di don Ciro Cozzolino, che ricordiamo è il nuovo referente di Libera di Torre Annunziata, che ha posto l’accento sul ruolo del sacerdozio in contesti difficili di periferia, di come la povertà sia ancora purtroppo presente in tantissime realtà e soprattutto di come oggi i soldi abbiano preso il posto di tutti gli altri valori, diventando da semplice strumento un bene in sé.

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