Presentato ieri sera a Palazzo Criscuolo l’opera ultima del senatore Angelo Abenante dal titolo 1898, la rivolta del pane.

A fare gli onori di casa il sindaco Vincenzo Ascione, presenti l’onorevole Gianfranco Nappi e la professoressa di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Università di Napoli Federico II, Enrica Morlicchio.

Il primo cittadino oplontino ha marcato l’accento sul fatto che sebbene siano trascorsi più di 100 anni dagli eventi narrati, la tematica è quanto mai attuale: la presa di coscienza da parte del popolo di avere diritto ad un minimo di sostentamento, il prezzo del pane adeguato. E quale migliore paragone con ciò che sta accadendo in questi giorni quando respingiamo la nave Aquarius che trasporta innanzitutto prima che immigrati, affamati?

Agganciandosi alle parole del sindaco, l’onorevole Gianfranco Nappi ha esortato a pensare alla realtà odierna come uno specchio del passato e in cui altre realtà siano possibili. Nappi poi ha esortato alla necessità di avere memoria e non nostalgia del passato perché la storia si ripete e possiamo solo imparare da essa. L’onorevole  ha letto ai presenti alcuni documenti in appendice che testimoniano che la cosiddetta rivolta dello stomaco che infiammò Milano nel maggio del 1989 è tutt’altro che esauritasi nel capoluogo lombardo, ma ha avuto manifestazioni in tutta la penisola , anche dunque al Sud e a Napoli e provincia.

La professoressa Morlicchio, anch’essa torrese doc, ha illustrato analogie tra la storia napoletana e la storia di altre realtà europee di quegli anni, paragonando il libro di Abenante ad un libro Pop Up in cui le vicende e i personaggi raccontati saltano prepotentemente fuori dalle pagine scritte e sembra di poterli vedere, sentire e toccare. Le donne narrate da Abenante  sono donne reali, esistite veramente, che hanno lasciato traccia di sé nei documenti che lo studioso con tanta fatica e tenacia ha trovato negli Archivi di Stato. Sono sentenze dei Tribunali Militari che hanno colpito ben 41 cittadini torresi e 830 nella provincia di Napoli, condannati con l’accusa di essersi opposti ai poteri dello Stato. Conclude la serata lo scrittore  che conferma la sua capacità di catapultare il pubblico in situazione ed eventi da noi lontani solo cronologicamente, ma in realtà molto sentiti anche oggi.

Lo studioso lo fa con un chiaro intento: ci invita a non dimenticare la nostra storia, in particolare la storia del popolo torrese, da sempre protagonista anche nelle vicende nazionali. Non solo al nord dunque ma anche nei nostri territori si levarono voci contrastanti l’elevato aumento del prezzo del pane, e anche qui venne risposto con schioppettate  e carcere. La rivolta anche oplontina non fu neanche qui semplicemente perché la pancia era vuota, ma perché si rivendicava un aiuto seppur piccolo di sussistenza antesignano di un patto ancora non scritto tra popolo e governo.

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