Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta”. Se succede altrove che una squadra vinca pur senza brillare, qui a Napoli siamo tutti pronti ad elogiare la capacità di portare a casa i 3 punti; se succede al Napoli, invece, si tende a sottolinearne la prestazione.

È vero, contro l'Empoli non sarà stato un Napoli spettacolare, tipo quello contro il Benfica per intenderci, ma parliamo comunque di una squadra che ha calciato 35 volte, 10 nello specchio, 70% di possesso palla e Skorupski migliore in campo per distacco.

L'Empoli è venuto a Napoli con Saponara titolare (quest'anno solo una volta in panchina...) e non si è scansato come ha fatto qualche altra squadra blucerchiata sotto 2-0 dopo 4 minuti con i due attaccanti Quagliarella e Muriel lasciati, non si sa il motivo, in panchina. Ci ha messo mezzora il Napoli per capire come penetrare nella difesa toscana senza un riferimento al centro dell'attacco, ma poi ha creato azioni su azioni.

La cosa curiosa è che, alla fine, il gol è arrivato su una ripartenza (merito del pressing alto o demerito dell'Empoli in palleggio?) mentre la cosa che preoccupa sono le due occasioni limpide concesse, sull'1-0, ad una squadra che finora in 10 partite ha segnato soltanto in una occasione. Il raddoppio di Chiriches, poi, ha confermato questa nuova capacità di trovare soluzioni sulle palle da fermo.

Vincere era, quindi, l'unica cosa che contava ed averlo fatto tenendo a riposo Hamsik, Hisay, Maksimovic e Diawara aumenta la consapevolezza di aver messo il naso fuori dal tunnel della crisi. Tra due giorni però si torna in campo, contro quelli là. Quest'anno non sarà una sfida scudetto perché loro sono già 4 punti avanti e perché il gap tra noi e loro è aumentato. Quindi andiamo là e proviamo a giocarcela senza lo stress da risultato. 

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