Torre Annunziata. “Grandi film? Peccato, non se ne fanno più. Oggi manca la volontà dell’attore di giocare con il proprio personaggio, di scoprirlo. Manca anche il gusto di divertirsi. Anna Magnani, sul set, ricordo che raccontava barzellette e la Loren, per interpretare la ‘carbonara’, si passava il carbone nero tra le mani. Così l’avrebbe interpretata meglio. La vidi ed esclamai: ‘questa è peggio di me’. Sì, manca anche il coraggio di sbagliare. Il cinema italiano è un grande artigianato. Ma non è mai diventata una grande industria. Eppure, noi italiani abbiamo insegnato al mondo a fare film”.

E’ il rammarico misto a duro monito del Maestro Giancarlo Giannini, attore storico, “voce” celebre in Italia di Al Pacino, sceneggiatore meticoloso, quasi ai limiti del maniacale, a chiudere la parata di “stelle” sfilata ieri sera sul palco in spiaggia del “Nettuno Lounge Beach” di Torre Annunziata.

Il Maestro, originario di La Spezia, ma napoletano di adozione, entra in scena puntuale. Da par suo, ore 21:30, per dare il via stavolta alla prima edizione del Premio dedicato alla tradizione, allo sport e al mare; al Vesuvio oggi martoriato, alle scuole laboriose (in gara 500 alunni per 18 Istituti), alle eccellenze gastronomiche e ad una secolare “arte bianca” di Torre Annunziata, oggi divenuta solo lontano ricordo. Il riconoscimento del “Nettuno” raffigura un Tridente. E’ l’originale formato di pasta ideato da un’altra eccellenza oplontina, Vicenzo Setaro. La pasta sposa il mare. Altro monito per la città. Per non dimenticare, provando a ripartire anche da qui.

Impeccabile come sempre, elegante al solito: cravatta granata, completo blu scuro, camicia a righe strette. Il Maestro ha un incontro speciale. Entra al Lido e subito sorprende il pubblico, seduto ad aspettarlo nel ‘privée’. Giannini esclama: “Dov’è?”. Da lì è un attimo. La vede. Affretta il passo. A cento metri di distanza c’è la “sua” Lina Wertmuller, il secondo premio speciale alla carriera consegnato nella notte della parata delle “stelle”.

Il Maestro stavolta si inchina. Dalla collaborazione con la celebre regista romana, prima donna candidata all'Oscar per il film “Pasqualino Settebellezze(era il 1977), sono nate le sue più memorabili interpretazioni. Ironiche, grottesche, pungenti: “Mimì Metallurgico”, “Tunin”, il marinaio Gennarino Canunchio. Il Maestro, al secolo Giancarlo, bacia con affetto la “sua” Lina. Chiacchiera con lei, la coccola, manda giù un sorso d’acqua liscia. Forse l’emozione, l’impatto di un incontro speciale. Dopo anni trascorsi assieme “a scrivere sceneggiature fino a notte fonda”, il Maestro ancora chiede alla “sua” Lina: “mi vuoi sempre bene?”. Risposta scontata, si va avanti.

Anche la Wertmuller è incalzata sul palco del “Nettuno” dalle precise domande del giornalista Paolo Di Capua e dalla “verve” di Gaia De Nicola, la “frizzante” e giovane coppia di conduttori nella notte delle “stelle” in riva al mare di Torre Annunziata. Sul palco c’è una sedia bianca, quasi “stride” col tailleur nero scelto dalla regista per spiegare al pubblico la “magia” di “Francesca e Nunziata”, film tv ispirato all’omonimo romanzo d’esordio dell’indimenticata scrittrice torrese Maria Orsini Natale. Un pensiero, nella notte delle “stelle” organizzata dal direttore artistico del “Nettuno”, Achille De Luca, in collaborazione col presidente del Premio, Franco Sequino, va anche a Lei.

Così come allo scenografo Enzo Celone, recentemente scomparso e ricordato con viva commozione sul palco da sua figlia Raffaella. D’impatto anche il balletto di bimbe vicine al massimo ai 5 anni ma già in tutù. Danzano di notte, in memoria di chi per prima ha insegnato loro quei delicati passi: l’istruttrice di danza Aurora Fogliamanzillo. La parata di “stelle” volge al termine, sulle note al piano di Gianni Conte (“Orchestra Italiana”). Premiati anche l’arbitro Marco Guida, l'ammiraglio Felicio Angrisano, il comico Gino Rivieccio, per il suo spettacolo teatrale “Io e Napoli”, plastica fotografia “mai volgare, arguta, critica e canzonatoria” della città partenopea. La Compagnia di Roma “Adhoc”, gli studenti delle scuole “Rovigliano-Parini”, “Galilei-Marconi” di Torre Annunziata, “Dati” di Boscoreale, “Don Bosco-Assisi” di Torre del Greco, e dell’Albeghiero “De’ Medici” di Ottaviano.

Infine, in periodo di lotta senza sosta al terrorismo internazionale e stragi un po’ ovunque in mezza Europa, il documentario “NapolIslam”, diretto dal giovane regista vesuviano Ernesto Pagano. Dopo i morti al “Bataclan” di Parigi, il docufilm è stato bloccato dalle multinazionali del Cinema: “non mi sono schierato – il suo commento - . Ho fatto solo il cronista, limitandomi al racconto della realtà che ci circonda. Questo Premio sia un invito rivolto ai giovani. Dopo essere scappati, provino a far ritorno nella loro Terra ”. Altro monito, almeno il terzo. Nella notte delle “stelle” a Torre Annunziata. 

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