TERZIGNO. Stalking ai danni di Enza Avino, la 36enne di Terzigno uccisa nel 2015 in via Fiume con 6 colpi di pistola. Il pm chiede 4 anni di carcere per il suo ex, il killer reo-confesso Nunzio Annunziata. La difesa ritiene il giudice “non imparziale” e la sentenza slitta.

IL COLPO DI SCENA. Si è avuto ieri in Tribunale a Nola, dove l’assassino di Enza sta affrontando un processo per stalking, in parallelo a un differente giudizio a carico con rito abbreviato per omicidio. Dopo la requisitoria del pm, la parola passa alla difesa di Annunziata, assistito dagli avvocati Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo.

Ma il giudice Agnese Di Iorio prima chiede di “abbreviare i tempi della discussione”. Poi, “di non affrontare temi troppo lontani dall’accusa e dall’oggetto del processo”. Ne scaturisce una vibrante discussione con i legali. L’avvocato Tortora ottiene di far mettere a verbale la propria volontà di “ricusare” il giudice. Giudice che, a quel punto, si ritira in camera di consiglio.

IL RINVIO. Tutto lascia presumere che - nonostante la richiesta della difesa - il processo si concluda con la condanna di Annunziata. E invece il giudice ‘frena’, rinviando il verdetto al 24 ottobre. Termine entro il quale toccherà alla Corte d’Appello di Napoli decidere se il magistrato del Tribunale di Nola, Agnese Di Iorio, è ancora “imparziale” oppure “no”. In quest’ultima ipotesi, il processo per stalking sarà affidato ad un diverso giudice. Poi la sentenza. A restare in piedi, è la richiesta a 4 anni di pena per lo stalker.

LA VICENDA. Tutto inizia il 22 marzo, quando la relazione tra Enza e Nunzio si interrompe. L’uomo comincia a tormentare la sua ex. La tempesta di messaggi, la segue di continuo. Vincenza inizia a muoversi sotto scorta dei familiari, cambia le sue abitudini, crea un falso profilo Facebook per paura di venire rintracciata dallo stalker. La Procura di Nola chiede gli arresti domiciliari per Annunziata, autotrasportatore 37enne con precedenti per rapina.

Mentre l’istanza è al vaglio dei magistrati, lo stalking continua: per altre tre volte, l’ultima il 24 giugno. Il 9 luglio, Annunziata finisce in manette. Il gip descrive l’uomo come “del tutto incapace di gestire in modo civile e ragionevole i propri rapporti” con la ex.

LA SCARCERAZIONE. Il 23 luglio 2015, l’ottava sezione penale del Tribunale del Riesame sostituisce gli arresti domiciliari con il divieto di avvicinamento a tutti i luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.  “Non si può ritenere – scriveranno in quella circostanza i giudici - che, dagli atti sin qui acquisiti, emerga una personalità così allarmante e incontrollabile dell’indagato da far ritenere del tutto inimmaginabile un suo comportamento collaborativo”.

Ma un mese e mezzo più tardi, è il 14 settembre, la follia omicida di Nunzio Annunziata si abbatte sulla povera Enza.  E dopo l’omicidio, quando viene nuovamente arrestato, in caserma mormora: “Con 800 euro abbiamo risolto tutto”. Il killer così confessa pure il prezzo della pistola utilizzata per uccidere. 


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