“Tanti mi chiedono le ragioni per le quali sono ancora qui, candidato al consiglio comunale- spiega Spedaliere, ex sindaco di Portici e compagno di battaglia nella coalizione Iacomino, continua- e bene io sono qui perché non considero Portici mia, come fa qualcun altro che se la vuole riprendere, mi considero parte di questa città. Sono io che appartengo a Portici e non posso restare fermo, in silenzio ed in attivo quando si tratta del futuro della città. Siamo consapevoli che la nostra strategia è mettere al centro i cittadini, delineare una prospettiva, un orizzonte nuovo e speranzoso. Tanti anni fa pensammo che ogni singolo luogo turistico, la Reggia, il porto, il centro di ricerca, il bosco, dovesse essere collegato con tutti gli altri creando in questo modo una rete del turismo. Portammo avanti questo disegno ma poi le cose come sempre nella vita evolvono: sono cambiati i sindaci, i consigli comunali ed io stesso da lontano ho visto cose che man mano scomparivano. Sento di ritornare con umiltà, per amore di Portici e per il dovere che ho nei confronti dei cittadini di restituire alla città la sua identità”.

Alla presentazione in piazza ha partecipato anche Pierluigi Bersani, Arturo Scotto e Luisa Bossa, insieme a tutti i candidati delle liste presentate da Salvatore Iacomino. Dure le polemiche espresse ieri, sul palco, nei confronti della controparte, in particolare del candidato sindaco Cuomo.

“Da sindaco ho avuto parlamentari di questa città che mi sono stati vicini durante gli anni del mio impegno attivo, che sono sicuro, se avessero deciso di candidarsi come sindaci della città, si sarebbero dimessi subito- dichiara Spedaliere, continua- non avrebbero aspettato le elezioni, alle quali, se vinci, sei obbligato per legge a dimetterti. Ma poi, mica si può perdere il vitalizio per due mesi? Certo con la tasca degli altri non si può dire nulla”.

La questione del conflitto tra ruolo in Parlamento ed in Comune viene sottolineata anche da Iacomino: “Il candidato Cuomo si guarda bene dal dimettersi da Senatore per candidarsi a sindaco, così come si dimise due anni prima da sindaco per essere eletto Senatore regalandoci il primo commissario dell’ente. Cuomo ha votato il Jobs Act, la Buona Scuola, l’abolizione dell’Articolo 18, da sindaco ha aumentato le tariffe sull’acqua e ha introdotto, in una delle poche città di cui era esente, le addizionali sull’IRPEF in busta paga dei lavoratori. Da Senatore ha fatto una sola proposta, ha proposto di introdurre i violini nelle scuole e se un’insegnante ha sorriso, su questa proposta, l’ha fatta mettere sotto inchiesta. Non dimentichiamoci poi che Forza Italia non è presente come lista, ma tutti i suoi uomini sono presenti nelle liste di Cuomo”.


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