Niente cortei, proteste e contestazioni a Pompei, in occasione della visita del ministro Dario Franceschini al Parco Archeologico in compagnia del Commissario europeo Corina Cretu.

La Questura di Napoli, infatti, ha imposto il divieto di manifestazione ai sindacati, nella fattispecie la ConfsalUnsa, sul piede di guerra da settimane nei confronti della soprintendenza.

Nel pomeriggio di martedì 7 febbraio, presso gli uffici della Digos di Napoli, è stato notificato al rappresentante dell'Unsa Antonio Pepe, il provvedimento di divieto di manifestazione pubblica, programmata in forma itinerante, attraverso la realizzazione di un corteo, previsto appunto per il 9 febbraio a Pompei.

L'intenzione dei sindacati era quella di attuare la forma di protesta, dalle 9.00 alle 12.00 presso l'area degli Scavi, un'articolata iniziativa espressamente volta a reclamare "salubrità e decoro degli ambienti di lavoro" e "rispetto dei diritti dei lavoratori": presidi fissi ai varchi d'accesso agli Scavi, ma non solo. La protesta avrebbe avuto una forma itinerante, con cortei in città lungo il perimetro esterno dell'area archeologica, e terminare poi presso la sede della Soprintendenza a Porta Marina.

Motivi di ordine pubblico e di occupazione di aree sensibili al turismo e soggette costantemente a massiccio afflusso di visitatori, senza escludere problemi di traffico ordinario: sono queste le problematiche, annesse ovviamente alla venuta di pubbliche autorità nazionali e comunitarie impegnate per un sopralluogo, come il ministro Franceschini ed il commissario Cretu: queste le motivazioni elencate dalla Questura che, difatti, ha imposto il divieto di manifestare.

Una protesta che, comunque, ci sarà: perché sì, è stata bocciata la forma itinerante, ma è stata approvata una manifestazione attraverso un unico presidio, sito in Piazza Esedra, in prossimità dell'ingresso principale degli Scavi, quello di Porta Marina Inferiore.

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sindacati confermano sciopero