TORRE ANNUNZIATA. In carcere dal 2012, è finita ieri agli arresti domiciliari nonostante una condanna definitiva a 11 e 8 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata allo spaccio di droga. Si tratta di Beniamina Salernitano, pluripregiudicata di 71 anni, alias 'a cinese di Torre Annunziata, e madre di Aniello e di Alfonso Nasto, i cugini dei pentiti del clan Gionta.

La donna, difesa dall'avvocato Ciro Ottobre, ha ottenuto dai giudici di scontare la sua pena agli arresti in casa. Una condanna inflittale al termine del primo maxi-processo, scaturito dal filone d'inchiesta denominato Santa Priscilla (indagine che ha coinvolto, tra gli altri e nella seconda tranche, anche il famoso cantante neomelodico Ciro Tony Marciano, leggi qui).

Beniamina Salernitano, indicata da diversi pentiti di camorra come la regista del market dello spaccio in Largo Genzano, fu travolta dalle accuse quattro anni fa: un carico di 35 kg di marijuana, proveniente dall'Olanda, arriva a Torre Annunziata. Ma, dopo l'approdo in Largo Genzano, la droga sparisce nel giro di 24 ore. Secondo i figli di 'a cinese, Aniello e Alfonso Nasto , si tratta di un vero e proprio furto, organizzato da un cartello criminale composto da almeno dieci persone.

E' per questo che i fratelli Nasto - così come ricostruito dalle indagini, condotte soprattutto tramite intercettazioni ambientali - sequestreranno in auto Mario Verbo, accusato dai germani di aver preso parte allo sgarro. Verbo sarà minacciato in auto, e i due fratelli condannati poi a processo, anche per sequestro di persona, con pene complessive fino a 27 anni di reclusione. Ma ora per i Nasto, così come per il neomelodico Ciro Tony Marciano, quelle condanne sono da riscrivere. Lo scorso 20 ottobre, infatti, la Cassazione ha imposto un appello-bis.         

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