Nuovi depositi di stoccaggio nella zona portuale di Torre Annunziata: doveva essere il tema caldo del consiglio comunale svoltosi nella mattina di giovedì 28 dicembre presso l’aula consiliare di Rovigliano.

Un dibattito alimentato dal fuoco della polemica, avanzata nei giorni scorsi soprattutto attraverso i social, riguardo l’impatto ambientale che l’opera ha sulla città, in particolare sui lavori attualmente in corso nell’ambito del progetto di riqualificazione del waterfront. Una polemica che, però, non ha trovato riscontro sull’affluenza e la partecipazione al dibattito dei cittadini: circa 20 persone, infatti, erano presenti al momento della discussione, aggravata anche dal fatto che le forze di opposizione, nonostante la convocazione straordinaria, sono arrivate in aula in evidente ritardo. Tra i presenti, il Meet Up locale del Movimento Cinque Stelle, raggiunti qualche ora dopo, dal parlamentare del M5s Luigi Gallo.

Alla relazione dell’assessore ai lavori pubblici Luigi Ammendola, il quale ha rimarcato il parere favorevole dell’Arpac e della Regione Campania, è seguita la replica piccata dell’opposizione che ha chiesto il blocco del procedimento. “Con i serbatoi già esistenti, questa città ha subito uno scempio ambientale di grandi proporzioni”, ha spiegato il consigliere di minoranza Davide Alfieri. “All’epoca dei fatti, fu il commissario straordinario a stabilire che dovevano esserci. Oggi che abbiamo un’amministrazione ordinaria, l’opposizione tutta chiede come si può procedere per non avere le ulteriori due cisterne. E’ la città che non li vuole, impegnata nel puntare sulla vocazione turistica legata all’accoglienza. Ecco perché chiediamo il blocco del procedimento e conoscere la volontà di questa amministrazione”.

Non si è fatta attendere la replica del sindaco Vincenzo Ascione. “Non accettiamo strumentalizzazioni sulla buona fede dei cittadini che pensano che queste cisterne possano essere pericolose o inquinanti. Non avevamo nessuna competenza sulla loro realizzazione”, ha precisato nel suo discorso il primo cittadino oplontino. Dai dati in nostro possesso – continua Ascione - tutti gli organi preposti al controllo della sicurezza e del controllo ambientale, in questo caso Arpac, Vigili del Fuoco e Regione Campania, hanno dato il loro parere favorevole. Quello che posso dire, anche in qualità di ex assessore della giunta Cucolo, ci sono regole ben precise che riguardano il porto e la nostra città. Pur avendo fatto delle proposte negli anni per poterle modificare, non sono state ancora accolte dalla Regione, la vera soprintendente alle attività presenti nel porto oplontino”.

No a demagogie e strumentalizzazioni, sì all’apertura al turismo e all’accoglienza: “Nel 2002 – ha proseguito Vincenzo Ascione - il consiglio, all'unanimità, propose un piano regolatore portuale che prevedeva comunque l'attività commerciale e un ampliamento del porto per contenere le diverse attività da sviluppare. Riteniamo che questo territorio abbia una vocazione turistica legata all'accoglienza. Al contempo, esistono norme stratificate, parallelamente ad interessi legittimi di imprenditori che hanno investito sul territorio, a cui non possiamo non pensare. Per cui, quello che dobbiamo fare è impegnarci nel far coesistere queste preesistenze con le nuove attività del territorio”.


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gallo (m5s) scrive alla soprintendenza

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