I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato  esecuzione questa mattina,  a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, estorsione e detenzione e porto illecito di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

Tra gli arrestati anche Antonio Palumbo, 34 anni, di Torre Annunziata, che a Monfalcone si era stabilito da alcuni mesi e lavorava come operaio per una ditta napoletana che opera in subappalto nei cantieri navali. Nei suoi confronti il Gip ha emesso il provvedimento cautelare per il reato di estorsione, in quanto Palumbo è sospettato di far parte del gruppo che chiedeva tangenti per i carcerati. Risulta anche indagato per il tentato omicidio avvenuto nel 2015, ma il giudice non ha ritenuto sussistano nei suoi confronti gravi indizi per emettere una misura cautelare.


I Carabinieri hanno ricostruito, tra l’altro, la dinamica del tentato omicidio di Giuseppe Leo avvenuto a Torre Annunziata il 10 febbraio 2015 di un narcotrafficante che si era ribellato al pagamento del “regalo di Natale” per i carcerati”.

Giuseppe Leo, 52 anni, fu ferito da colpi di arma da fuoco a Torre Annunziata. La sparatoria avvenne  sotto gli occhi dei passanti alle spalle del distributore 'Mercato Libero' lungo la Cirumvallazione che unisce la città oplontina con Pompei e Castellammare di Stabia.

Documentato il giro delle estorsioni agli imprenditori locali, la gestione delle piazze di spaccio con imposizione del versamento di una quota dei profitti nelle casse del clan, nonché la disponibilità e l’uso spregiudicato di armi nei confronti delle consorterie avverse.

Trapelano dalla procura nuove indiscrezioni sugli arresti di questa mattina messi in atto tra Torre Annunziat, Torre del Greco e Monfalcone.

Tra le diverse le estorsioni documentate, ''annunciate'' con frasi tipo ''se vuoi lavorare tranquillo prepara la busta'' oppure ''qua ci vuole il regalo di Pasqua'', a cui seguiva la raccomandazione di avere a che fare con ''quelli dell'Annunziata'' oppure ''mi manda il palazzo'', riferito a palazzo Fienga, roccaforte del clan.

Tra i casi in cui si è segnalato un rifiuto, quello di una ditta di trasporti che nel marzo 2015 venne danneggiata con l'esplosione di diversi colpi di arma da fuoco esplosi nei confronti della sede della società. Per questo episodio Izzo e gli esecutori materiali, Salvatore Buonocore e Salvatore Bevilacqua, furono già arrestati dai carabinieri il 7 aprile 2015. Fra gli affari illeciti gestiti dal gruppo capeggiato da Pietro Izzo, un fiorente traffico di sostanze stupefacenti finalizzato a rifornire i gestori delle piazze di spaccio di Torre Annunziata, imponendo a questi ultimi il versamento nelle casse del clan Gionta di una quota dei proventi.

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"