I comuni italiani, si sa, sono da sempre i pionieri dei divieti. Nel mondo, la nazione italica fa da scuola e spesso è tacciata anche di essere eccessivamente restrittiva, con proibizioni che cambiano da città a città, mandando spesso in tilt i turisti che le frequentano. Sarà nel solco di questa tradizione ‘proibizionistica’ che a Torre Annunziata hanno deciso di sfoderare un nuovo cartello: divieto di prostituzione.

Non è la prima città ad usarlo, sia ben chiaro, scavando in internet si trovano i casi di una città famosa come Vicenza o anche del piccolo paese di Aulla, in provincia di Massa Carrara. Del resto, ad agosto 2015 il sindaco Starita firmò l’ordinanza ‘anti lucciole’ e quel cartello stradale, sebbene con estremo ritardo e senza uno specifico richiamo a tale atto, ne dovrebbe essere il simbolo.

Però fa strano che su via Sant’Antonio, strada di confine con Pompei, si immagina di arginare o eliminare il fenomeno della prostituzione con un segnale, laddove hanno fallito atti sindacali, pattuglie di vigili, polizia, carabinieri e guardia di finanza.


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L'ordinanza 'anti lucciole'