Ripristinare la legalità a Torre Annunziata mettendo al primo posto la gestione dei beni confiscati. A poche settimane dalla scadenza del mandato i prefetti anti camorra tracciano un bilancio conclusivo sugli obiettivi raggiunti. Dall'acquisto del Moderno alla riorganizzazione della macchina amministrativa. Un'azione a 360° messa in campo con l'obiettivo di cancellare le inflitrazioni camorristiche. 

In cima alla lista dei traguardi l’adesione del Comune alla società consortile Agrorinasce per l'amministrazione dei beni confiscati.  “A Torre Annunziata la questione sugli immobili strappati alla camorra è piuttosto complessa. Abbiamo già individuato e acquisito sette beni in cui saranno realizzati progetti con finalità sociali. Tra questi c’è Villa Adele, un luogo simbolico in cui probabilmente sorgerà la nostra sede operativa. Per quanto riguarda la riconversione abbiamo chiesto una consulenza al dipartimento di Architettura della Federico II”.

A dichiararlo è Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce. La sinergia tra la società consortile e la commissione straordinaria consentirà di gestire più facilmente i beni confiscati e di velocizzare i tempi burocratici per la riqualificazione. “Siamo consapevoli di intervenire in zone problematiche e che ci ritroveremo ad avere a che fare con i parenti dei camorristi. Questo non ci spaventa, né tantomeno depotenzia la nostra azione: non abbiamo paura di loro – spiega Allucci - Collaboriamo costantemente con le forze dell’ordine e sappiamo come agire in territori così complessi. Siamo nati nell’area di Casal di Principe e abbiamo alle spalle 25 anni di esperienza”.

Dalle procedure amministrative alle gare d'appalto. Agrorinasce amministra 150 beni confiscati con il contributo di 200 giovani che lavorano nel settore. Sono circa 18 gli immobili strappati ai clan di Torre Annunziata e altri arriveranno dall'Agenzia del Demanio. La maggior parte sono vandalizzati e in pessime condizioni. Ed è proprio la sinergia con il consorzio l’eredità della Commissione Straordinaria di Torre Annunziata.

Questa mattina a Palazzo Criscuolo si è svolto l’ultimo incontro con i prefetti anti camorra Enrico Caterino, Fernando Mone e Marco Serra. Dopo due anni dallo scioglimento del comune per infiltrazioni camorristiche sta per terminare il mandato. “Andiamo via sereni perché siamo consapevoli di avere fatto del nostro meglio per la città. Speriamo di avere lasciato un segnale positivo e di cambiamento – dichiara il Commissario Caterino -  Non siamo riusciti a portare a termine tutti gli obiettivi a causa delle gravi difficoltà di cui è vittima la macchina amministrativa. Qualcosa sta cambiando, ora tocca alla prossima amministrazione continuare il percorso”.

Tra i temi affrontati la demolizione di Palazzo Fienga e la riqualificazione del quadrilatero delle carceri. In occasione della conferenza stampa conclusiva l'Agenzia del Demanio ha presentato un masterplan per la riqualificazione del quartIere. "L'obiettivo è demolire gli edifici a rischio crollo preservando però l'architettura del rione - spiegano i tecnici - Alcuni immobili saranno recuperati e messi a disposizione dei residenti che potranno usufruire di alloggi sicuri e riqualificati. L'idea è di ricongiungere l'area alla città evitando l'isolamento e la ghettizzazione. Abbiamo studiato gli spazi ed è possibile creare all'interno anche un'area mercatale e un albergo diffuso. Sono tanti gli interventi in programma sul territorio di Torre Annunziata, ad esempio il Grande Progetto Pompei. Da questi grandi investimenti è possibile reperire i fondi necessari e dare il via ad una rinascita". 

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