Un copione già scritto, e recitato in maniera fedele. Ieri sera la città di Torre del Greco ha registrato un atteso (ma non annunciato) consiglio comunale "monotematico", che agli occhi dei più è parso un velato e involuto omaggio al teatro dei De Filippo, nel giorno dell'addio all'ultimo discendente della dinastia. Tutte le attenzioni rivolte all'unico punto ritenuto degno di interesse da parte del Sindaco, Ciro Borriello, e della sua maggioranza: la variazione di bilancio da 35 milioni di euro. Figuranti d'eccezione, per l' "opera teatrale" andata in scena in tre atti.

ATTO I – L'ATTESA: Alle 18.30, ora di convocazione del consiglio comunale, l'aula consiliare si presentava deserta. Non che si trattasse di una novità per l'amministrazione torrese. Ma stavolta i rappresentanti cittadini erano quasi tutti già nelle stanze di Palazzo Baronale. Proprio quella del primo cittadino la più frequentata.

Dopo una lunga settimana di incontri e scontri con i consiglieri di Forza Italia (passata anche per le dimissioni annunciate e mai formalizzate dell'assessore Ferdinando Guarino) tutti avevano un comune obiettivo. Borriello in aula non voleva nuovi colpi di scena. Guarino e i dissidenti non avevano alcuna intenzione di perdere la pioggia di soldi che si riverserà nelle mani degli assessori. Tutti a ripetere il copione, dunque. Senza sbavature nel recitare la propria parte. E l'attesa rompeva ampiamente il muro delle due ore prima che si aprisse la seduta del Consiglio.

ATTO II – LA SVOLTA: Con molti punti all'ordine del giorno, tra cui l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale (manca da più di tre mesi, ndr), ci si attendeva una seduta-fiume che sfociasse nelle prime ore del sabato mattina. Invece, come in ogni catenaccio che si rispetti, c'era il punto di "svolta". Sia in senso teatrale, con la richiesta formulata dalla maggioranza di porre subito l'attenzione sull'unico interesse di serata: i 35 milioni di euro. Sia in senso politico, perchè ad aprire le danze era il consigliere Ciro Piccirillo (eletto proprio nella lista "La Svolta") con dubbie interrogazioni al Sindaco che causavano l'ilarità generale. L'opera si trasformava in commedia e la variazione di bilancio diventava priorità assoluta. Ovviamente votata a maggioranza del consiglio comunale.

ATTO III – LA CHIOSA: Approvata la viariazione di bilancio, e consumato l'atto centrale, restava poco o nulla da portare in scena. Essendo l'intesa Borriello-dissidenti prettamente legata ai 35 milioni di euro, e mancando ancora una quadra sul nome del capo dell'Assise, cadeva impietosamente il sipario sul Consiglio Comunale. Rimandate tutte le mozioni, interrogazioni, interpellanze e votazioni all'ordine del giorno. Comprese le discussioni sul ripristino degli uffici del Giudice di Pace, sulle modalità di pagamento TARI, sulla balneabilità delle coste torresi e sui costi delle strisce blu. Tutto, ma proprio tutto, finiva in secondo piano.

Il primo ad alzarsi era lo stesso Ciro Borriello. Un gesto plateale, che fungeva da segnale alla maggioranza. La stessa che, in blocco, lo seguiva fuori dall'aula. Mancanza del numero legale e Consiglio Comunale finito. Figuranti: promossi. Applausi della platea: non pervenuti.

Gennaro Scognamiglio

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