TORRE DEL GRECO. Sarebbe stata violentata dal vicino in un’abitazione al terzo piano di via Nazionale, in zona Leopardi, al confine con Torre Annunziata. Ma sull’attendibilità della denuncia ora è ‘giallo’ a processo. Giallo aperto dai risultati “anomali” dei tabulati telefonici. La vittima del presunto abuso è una donna 50enne di Torre del Greco, che il 4 giugno 2012 entrò in casa di G.I., oggi imputato dinanzi ai giudici, il suo presunto aguzzino che quel giorno intorno alle 9 l’avrebbe adescata con una scusa: “Ho la lavatrice guasta, le dai un occhio?”. La richiesta - per il pm della Procura oplontina, Francesco De Tommasi – si sarebbe presto trasformata in occasione di stupro.

LE TELEFONATE. La vittima, il giorno dopo, denunciò tutto alla polizia di Torre Annunziata, dichiarando di aver chiesto subito aiuto con 4 telefonate in uscita dal suo cellulare. Telefonate che però – secondo i tabulati consegnati ai giudici dagli avvocati Michele Riggi e Antonio Cirillo, legali dell’imputato – non sarebbero mai partite. Anzi. Dai tabulati emergerebbero 2 chiamate in entrata, fatte alla donna da suo marito. La prima intorno alle 10:25, a circa un’ora dal presunto stupro. Ad alimentare il ‘giallo’, anche la testimonianza alla scorsa udienza dell’ispettore che raccolse la denuncia della vittima: “Poco dopo la presunta violenza, ai tabulati risulta che la donna chiamò il vicino al suo negozio. Fu la commessa a passargli la cornetta”.


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