Operato due volte nelle scorse settimane, ma dopo l’ultimo intervento era entrato in coma, dal quale non si è svegliato più. E’ morto nella notte del 17 novembre 2017 Totò Riina, il sanguinario capo dei capi della Mafia siciliana.

Riina stava scontando ben 26 condanne all’Ergastolo per decine di omicidi – le stragi di Falcone e Borsellino, soltanto per citarne una –: malato da anni, negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate a tal punto da indurre i legali a chiedere, senza successo, l’estradizione dal carcere per motivi di salute. Nella giornata di ieri, quando ormai le sue condizioni erano disperate, è stato concesso ai familiari un incontro straordinario con il boss.

Non è sopravvissuto ai 5 giorni di coma, portando nella tomba i suoi segreti. Il capo dei capi della mafia siciliana ha sempre perseguito una lucida strategia in carcere, quasi un’ossessione: ribadire il ruolo che ha svolto nell’Italia degli ultimi 40 anni: ovvero quello di allontanare l’idea che sia stato un “pupo”, un burattino nelle mani di forze occulte annidate dentro lo Stato. Un falso “pupo” che non si pentirà mai, diventando il mafioso più sanguinario di tutti i tempi.


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