Il Centro Museale “Musei delle Scienze Agrarie” – MUSA e il Touring Club Italiano hanno sottoscritto una Convenzione per promuovere la valorizzazione della Reggia di Portici ampliando gli spazi visitabili dal pubblico e rendendo fruibili i beni in essi custoditi.

 “Siamo ben felici di cooperare con il Centro Museale “Musei delle Scienze Agrarie” – MUSA  per offrire una maggiore fruizione del Sito Reale di Portici  - afferma Giovanni Pandolfo Console Regionale della Campania del Touring Club Italiano - e di partecipare all’impegno di promuovere il complesso dei beni culturali, il miglioramento della conservazione del patrimonio storico-artistico, architettonico e paesaggistico, nonché il sostegno agli interventi di recupero degli ambiti degradati.”

La Reggia di Portici è tra i più splendidi esempi in Europa di residenza estiva della famiglia reale borbonica e della sua corte. Posta alle pendici del Vesuvio, sita tra un bosco superiore (originariamente dedicato alla caccia) e uno a valle (di tipo più ornamentale ed esteso fino al mare), fu costruita nel 1738 per volere del re di Napoli, Carlo di Borbone, e della moglie, Amalia di Sassonia, affascinata dai paesaggi del Sud. Lavorarono alla sua realizzazione i migliori architetti e artisti dell’epoca, Giovanni Antonio Medrano, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Giuseppe Canart, Giuseppe Bonito.

Il sito di Portici, prescelto da re Carlo per motivi paesistici e per le risorse adatte alla caccia, si rivelò profondamente intriso di memorie sepolte: ad ogni scavo della terra, necessario per la realizzazione delle nuove costruzioni, qualche meraviglia del passato riemergeva alla luce. I reperti, provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei, si rivelarono ricchi e numerosi e furono sistemati nelle stanze della Reggia. Ben presto i reperti formarono una delle raccolte più famose al mondo e diedero vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e meta privilegiata del Grand Tour. Per accedere alla Reggia dal mare, nel 1773 fu costruito il porto del Granatello. Nei primi anni dell’Ottocento le collezioni di archeologia furono trasferite a Napoli e costituirono il nucleo dell’attuale Museo Archeologico Nazionale.

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