Appassionata e emozionante presentazione, nella Cripta del Santuario dello Spirito Santo, del libro postumo della docente Elisabetta Sabatino “La felicità del pensare. Una didattica della filosofia per e con i ragazzi e i bambini”.

Una iniziativa, organizzata da “Proteo Fare Sapere Campania” e “Progetto Cripta” con il patrocinio del Comune di Torre Annunziata, insieme ai familiari dell’insegnante, molto conosciuta in città e nell’ambito scolastico per la sua particolare devozione all’insegnamento. Durante il “Pomeriggio con Betty”, questo il titolo dell’iniziativa, molti relatori che hanno conosciuto l’insegnante hanno lasciato una propria testimonianza. “Questo libro è uno strumento didattico, non è semplicemente un oggetto di memoria – afferma Franco Bruno Vitolo, nella doppia veste di coautore e moderatore del dibattito – L’auspicio è vedere questo libro nelle mani di chi intende portarlo in aula per discuterne con i ragazzi”. “Ho conosciuto Betty Sabatino attraverso le parole di Barbara Sabatino, amica e collega, attraverso i sui ricordi di sorella e i suoi pensieri di docente. Il libro – racconta Maria Longobardi, consigliere comunale e insegnante - ruota intorno ad un concetto fondante della sua ma anche della nostra idea di scuola e di vita. La felicità del pensare è la gioia di riscoprire dentro di se i più costruttivi valori di riferimento.  E’  la bellezza di riscoprire un mondo dove non solo le parole ma anche i cuori sono ponti.” La vita come l’arte dell’incontro. Le parole come mezzo per costruire relazioni e ponti”.  “Per 15 anni abbiamo lavorato insieme – è il ricordo del preside Sebastiano Bauso – ed è stato emozionante. Betty era felice di tradurre i suoi pensieri in attività”.

“La nostra è stata un’amicizia lunga 34 anni – ha raccontato Gabriella Liberti, dirigente scolastico -  Anni che sono stati di una costruzione di un’amicizia autentica e robusta. Entrambe non abbiamo mai rapporti superficiali. In questa costruzione di amicizia c’è stata la condivisione di molti studi. Betty apprezzerebbe molto di più che tutte le persone presenti si lascino interrogare da alcuni suoi studi. E’ stata docente per vocazione, non per lavoro”.

“Parlare di Betty significa parlare di noi – ha concluso Marco Galdi, docente universitario e ex sindaco di Cava de’ Tirreni - significa avere un modello con il quale confrontarsi. La personalità di Betty non si è esaurita, e ancora qui con noi. Era una persona in relazione, una personalità più che una persona, con profondo rispetto per i ragazzi e i bambini. Una cosa che non è facile, non è da tutti”.

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