Teresa Buonocore, la mamma coraggio assassinata per aver fatto condannare l’uomo che abusò di una delle sue figlie, è stata ricordata insieme a tutte le vittime innocenti della criminalità in un incontro- dibattito al quale hanno partecipato anche le figlie della stessa Teresa, una presenza di alta testimonianza. Un incontro particolarmente importante anche in occasione delle molteplici storie di violenza che in questi giorni si sono susseguite in Italia senza sosta.

Leandro Limoccia, Presidente del Collegamento campano contro le camorre G. Franciosi e Presidio Libera Portici Taglialatela, Buonocore ha ricordato con queste parole l’impegno unanime di tutti i cittadini: “Il nostro compito è quello di rifondare l’umanità, l’identità dell’uomo sta nel donare agli altri. Dobbiamo imparare a tradurre i bisogni in segni concreti d’amore, cercare di agire nel bene e nella correttezza in memoria dei grandi esempi come Teresa Buonocore”

Presente all’incontro anche Bruno Vallefuoco del Coordinamento familiari vittime innocenti di criminalità. “Quando incontriamo i familiari delle altre vittime innocenti della criminalità organizzata che come noi hanno perso i loro cari, la rabbia aumenta- spiega Vallefuoco, continua- Questo non tanto per la perdita in sé, il dolore purtroppo rimane come una piaga aperta, ma perché si avverte che in qualche modo c’è una responsabilità del contesto in cui i nostri familiari si sono mossi. Le figlie di Teresa Buonocore hanno dovuto subire persone che insistevano sul fatto che la loro madre ‘se l’era cercata’, che doveva ‘farsi i fatti suoi’ e nulla sarebbe accaduto. Se voi vedete gli atti che hanno poi portato alla condanna degli assassini, si nota che il contesto in cui respirava Teresa era di una profonda solitudine, di collusione e omertà assoluta. Le figlie hanno respirato questo ambiente malato. Dobbiamo sentirci tutti responsabili, il problema deriva dal contesto, dobbiamo cambiare certe mentalità che fomentano unicamente violenza”.

Il sindaco Vincenzo Cuomo ha invece ricordato con particolare commozione gli incontri con Teresa e le figlie nei giorni in cui si svolgevano i tragici fatti. “Ho avuto l’onore di conoscere di persona Teresa e le figlie quando erano ancora minorenni proprio in comune, luogo nel quale erano venute in cerca di aiuto e sostegno- spiega Cuomo, continua-  la storia in realtà inizia molto tempo prima del triste epilogo dell’assassinio. Ricordo bene quei giorni, si trattava di una vicenda giudiziaria con un percorso molto lungo ricco di ulteriori tristi vicende, c’era un processo, a quel tempo Alessandra doveva essere ascoltata in tribunale ancora minorenne. Teresa aveva fatto una denuncia precisa, chiedeva giustizia, voleva un aiuto dalle Istituzioni e mentre questo procedimento penale si svolgeva si avvertiva che la misura cautelare degli arresti domiciliari imposti alle persone coinvolte nel processo non venivano rispettate, questi personaggi avevano libera circolazione nella città di Portici. Teresa arrivò in comune proprio per chiedere disperatamente che ci fossero dei controlli adeguati a tali restrizioni. Ricordo bene anche quell’istante in cui ricevetti la chiamata del suo omicidio, sulla strada mentre andava a lavorare al porto di Napoli. La sua vita è un grande esempio di coraggio per tutti noi, per questo ho deciso di intitolare la borsa di studio dell’Istituto Don Peppe Diana a suo nome”. 

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