La gatta per fare in fretta, fece i figli cechi”. Evitiamo la traduzione in bergamasco del celebre proverbio italiano, consapevoli che al Comune di Boscoreale faranno uno sforzo per capire il senso del proverbio prendendosi tutto il tempo necessario per avere la consapevolezza che, la fretta, spesso gioca brutti scherzi, come è avvenuto in occasione delle celebrazioni dello scorso 25 aprile.

Il sindaco Diplomatico ha ben pensato di evitare una commemorazione pubblica, magari con l’omaggio di una corona di alloro al monumento in onore ai Caduti di tutte le guerre o davanti alla lapide affissa sulla facciata del Palazzo Comunale - che ricorda le vittime boschesi del conflitto mondiale - rivolgendosi ai cittadini con un’educativa riflessione sul perché delle celebrazioni tramite un manifesto fatto affiggere in fretta e furia sui muri del paese.

A un lettore attento, però, non è sfuggito l’epic fail (che in bergamasco significa “fallimento epico”) che si trova al settimo rigo del manifesto dove, testualmente, viene riportato che i Bergamaschi (intesi come abitanti della città lombarda) scesero in strada per festeggiare la liberazione. Certo siamo consapevoli che la guerra partigiana fu combattuta principalmente al nord e ben conosciamo l’ironia dei cittadini boschesi che poco si cureranno della loro appartenenza lombarda (nemmeno gli esponenti locali della Lega potranno vantarsene visto che il loro movimento ora difende “prima gli italiani”, tanto è vero che, in tempi non sospetti, il consigliere comunale si era già recato a Predappio).

Tuttavia, caro sindaco, se proprio dobbiamo raccontare una storia ai nostri bambini, sinceriamoci prima che sia scritta bene.

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