“Basta con le chiacchiere di questi giorni. Abbiamo la possibilità, finalmente, di ridisegnare il territorio tenendo conto di vincoli, ma anche di prospettive di sviluppo. Stop alle strumentalizzazioni e si faccia chiarezza”. Sono le parole dell’architetto Eduardo Melisse (nella foto), presidente della Commissione urbanistica di Castellammare di Stabia e consigliere comunale.
“In questi giorni è stato fatto un passo avanti rispetto allo stallo che si stava vivendo in questi anni. Ma serve di più. Nel rispetto delle regole è infatti indispensabile redigere ed approvare almeno una variante al piano regolatore vigente e relativo alla zona 7 del Put, cioè a gran parte dell’area nord di Castellammare".
"In queste ore - continua Melisse - si sta correndo il rischio di strumentalizzare il futuro di disegno del territorio, bollandolo come una speculazione edilizia. Ma tutti sappiamo che non è così. Perché il territorio è bloccato da una norma di pianificazione urbanistica (Put) del 1987, cioè da 27 anni. In questi decenni la nostra città è cambiata. Ciò che era un lusso nel secolo scorso oggi è quasi necessità. Compito dell’urbanistica, dunque, è quello di disciplinare il territorio, rendere organiche le modifiche, tutelare i beni paesaggistici e rilanciare lo sviluppo”.

Il presidente della Commissione urbanistica chiarisce anche alcuni aspetti: “Non risponde al vero, ad esempio, che siano stati riaperti i termini del condono così come si legge ovunque: semplicemente le pratiche giacenti, secondo le leggi 47/85 e 724/94, possono essere esaminate. Ma non se ne possono certo presentare di nuove. E’ giusto chiarirlo per non alimentare false speranze in un momento delicatissimo in cui le vicende legate all’abusivismo sono al centro dell’agenda politica nazionale. Non dimenticandosi anche che se pure dovesse scomparire il Put resterebbe comunque il vincolo paesaggistico”.

Un’ultima stoccata l’architetto Melisse la lancia sulla primogenitura del dibattito urbanistico: “Vedo in tanti che si affannano a farsi “selfie in prima fila” sul tema specifico. Voglio solo ricordare che a gennaio ho chiesto di incontrare, e ho successivamente incontrato, il presidente dell’Ordine degli Architetti Salvatore Visone. Col quale, il 23 gennaio scorso, chiedevamo da un lato di far approvare il Ppr, dall’altro di tutelare l’aspetto paesistico ambientale del territorio, ma anche di far ripartire, nei limiti consentiti, l’edilizia”. Non solo: “Il 28 febbraio scorso ho presentato alla Commissione che presiedo la richiesta di far passare in Consiglio comunale un atto di indirizzo mirato a porre rimedio alla crisi di regolamentazione territoriale e del settore edilizio, chiedendo inoltre alla politica regionale, come si legge in un mio atto del 26 aprile scorso, di dare regole certe per la disciplina del territorio. Perché, purtroppo, l’incidenza della politica, con l’accavallarsi di norme senza regole certe e chiare, lo ha reso quasi inapplicabile”.