Il Tar di Milano, con la sentenza 1619 ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Angri, e sostenuto dalle amministrazioni comunali di Pompei, Roccapiemonte, Roccarainola, Casalnuovo di Napoli, Scisciano e Lettere col quale si chiedeva l’annullamento della delibera sugli aumenti delle tariffe del servizio idrico fornito da Gori.

Con questo pronunciamento, dunque, il tribunale amministrativo regionale lombardo, ha di fatto confermato la decisione dell’AEEGSI (oggi Arera, agenzia che si occupa anche di servizi idrici) con cui erano state approvate le tariffe del servizio idrico integrato applicate dalla Gori per il periodo 2012-2015.

Il Tar di Milano (competente perché in Lombardia ha sede l’agenza che ha competenza sulle tariffe) ha chiarito che l’agenzia ha legittimamente approvato il piano tariffario relativo agli anni 2012-2015”.  Andando nel dettaglio tecnico l’attribuzione all’agenzia che si occupa del servizio idrico – si legge nella decisione del Tar - del potere di determinare d’ufficio la tariffa idrica”, non integra una misura sanzionatoria, ma costituisce un rimedio che assicura la chiusura del sistema finalizzato a garantire comunque – anche in caso di perdurante inerzia dei soggetti competenti – l’approvazione di una tariffa la più possibile rispettosa dei criteri fissati dall’ordinamento.

In tal modo, spiega la decisione del Tribunale amministrativo, è stata garantita la copertura dei costi sostenuti dalla GORI ai fini dell’erogazione del servizio, secondo il cosiddetto principio del “full cost recovery”.

Il TAR ha poi escluso l’inesistenza del Piano d’Ambito come invece contestato dai Comuni ricorrenti, tenuto conto che senza Piano d’Ambito non sarebbe neanche potuto essere affidato il servizio idrico integrato al gestore GORI. Inoltre, il TAR ha escluso qualsiasi pregiudizio per gli utenti della GORI con l’approvazione delle tariffe 2012-2015, confermando di fatto il corretto operato del gestore GORI sui comuni di sua competenza. Un primo round a favore della società che si occupa della gestione del servizio idrico e contro i comuni che aderiscono al Comitato per l’acqua pubblica.


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