Il Consigliere regionale della Campania, Alfonso Longobardi, Vicepresidente della Commissione Bilancio, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Il vero rischio del regionalismo differenziato, che meglio sarebbe definirlo autonomia fiscale del nord, è quello di sottrarre circa 100 miliardi di euro alle regioni del sud. 

Di questa cifra, circa 10 miliardi di euro riguardano la Campania e i nostri servizi essenziali. Si tratta di un rischio concreto e serio in quanto il dato è puramente contabile: di fatti le Regioni del Nord, tra cui Lombardia e Veneto, vogliono incassare i residui fiscali che ad oggi attraverso il fondo di perequazione garantiscono principi di pari dignità, sussidiarietà e solidarietà. Si tratta di principi inalienabili, sanciti non a caso dalla nostra Costituzione e che assicurano l’erogazione di servizi quali sanità, trasporti, politiche sociali, lavoro, scuola, ecc. 

Non possiamo assolutamente permetterci che il Sud possa correre tali rischi, siamo per la concorrenza piena tra Regioni ma partendo con risorse economiche uguali per tutti e assicurando condizioni paritarie. Nessuno conosce, ad oggi, i veri aspetti tecnici di un probabile Disegno di Legge che dovrebbe essere presentato a partire dal 15 febbraio, così come prevede l'accordo di governo tra Lega e M5S. 

Non è possibile e non vogliamo nemmeno immaginare che il prezzo politico di un’ingiustizia talmente evidente sia quello del reddito di cittadinanza, ovvero dare al Sud una forma di assistenzialismo economico a fronte della secessione economica e fiscale del Nord. 

Vogliamo rappresentare una Campania ed un Sud laborioso, senza assistenzialismo ma fatto di persone che con il lavoro ed una classe politica rappresentativa possano fermare uno scempio che può ledere diritti e dignità del popolo meridionale. 

L’ipotesi di riforma richiesta dal Nord va assolutamente congelata predisponendo un tavolo di concertazione con i governatori delle regioni del Sud, per definire i servizi standard omogenei così da garantire, con eque risorse economiche, che tutti i cittadini italiani abbiano pari diritti, ovunque risiedano, nessuno escluso (che siano lombardi, veneti, campani, pugliesi, siciliani, ecc.)». 

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