Che la crisi porti a reinventarsi cercando nuovi sbocchi lavorativi è ormai un fattore acclarato. Così come può succedere che si decida di mantenere la medesima posizione cercando però strade alternative per portarla avanti. Una eventualità quest’ultima molto nota a chi, da tempo, ha deciso di delocalizzare il proprio lavoro in rete.

Internet è diventato un luogo nel quale far incontrare domanda ed offerta; si è assistito alla nascita ed alla proliferazione di portali di vendita, e-commerce e marketplace vari. Ma da qualche tempo sono anche i servizi ad essere stati spostati in rete: al web si rivolge chiunque stia cercando un professionista ed esempio.

Ultimamente anche gli avvocati, figure che da anni lottano con una congestione del mercato piuttosto evidente, hanno preso la strada della rete per continuare a sponsorizzare la loro proposta. Oggi ci sono diversi siti di consulenza e portali di diritto in rete, come ad esempio Consulenza Legale Italia, che offrono un primo supporto multimediale per tutti gli utenti che abbiano necessità di questo genere.

Ovviamente si tratta poi di una sorta di primo contatto tramite il quale l’avvocato in questione cerca poi di mantenere il cliente visto che, dati alla mano, è in crescita il numero di utenti che cercano avvocati online.  Una consulenza legale 2.0 che in altri paesi è realtà già da diverso tempo: si pensi al mondo Usa, dove l’assistenza legale viaggia spesso su parametri portati all’esasperazione: qui gli strumenti multimediali sono sempre più implementati nel percorso legale e si assiste addirittura ad udienze dei processi via Skype.

Ciò che sta accadendo in Italia in sostanza è il primo passo di un lungo percorso che potrebbe portare, di qui al futuro prossimo, a stravolgere completamente i meccanismi di funzionamento di un comparto che ha sempre viaggiato su binari improntati molto da dinamiche conservatrici e restie quindi ai cambiamenti.  
Ma d’altra parte oggi non si può più voltare le spalle di fronte a scenari piuttosto chiari e netti; rifiutare in pieno il nuovo meccanismo che regola l’intero universo lavorativo e di conseguenza l’incontro tra domanda ed offerta sarebbe come partire con un handicap. Si pensi soprattutto alle grandi città, dove di studi legali tradizionali ce ne sono a migliaia e la competizione diventa quindi più marcata: qui affidarsi a soluzioni virtuali cercando di emergere in rete diventa quasi una necessità per la sopravvivenza.  

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