Avrebbe aggredito la badante della suocera perché accecata dalla gelosia. Ha subito a sua volta l’aggressione che le è valsa un ricovero in ospedale per una grave lesione al rene. Secondo loro sarebbe stata questa la miccia che ha innescato un vortice di reazioni a catena sfociate poi con un’aggressione violenta, giunta al culmine di abusi fisici e psicologici.

L.M., 60enne nato a Boscotrecase ma residente a Scafati, e M.M., 29enne marocchina residente a Torre del Greco, arrestati due giorni fa dalla Polizia, hanno spiegato la loro versione dei fatti dinanzi al Gip Riccardo Sena del Tribunale di Torre Annunziata.

Secondo l’accusa, la vittima sarebbe stata bloccata per la gola dal marito e poi presa violentemente a calci e pugni dall'altra donna, tanto da procurarle una gravissima lesione al rene per cui è stato necessario il ricovero al San Leonardo di Castellammare. Dal racconto della donna è emerso che, nel corso degli anni, sarebbe stata costretta a subire dal marito continui soprusi fisici, psichici e sessuali, talvolta anche in compagnia della badante della suocera, ritenuta amante dell’uomo, al punto tale da versare in una condizione di sudditanza perenne.

Fondamentali le testimonianze dei quattro figli della coppia, i quali hanno confermato il racconto della madre che, a loro dire, si era accorta della relazione. Una ricostruzione, però, ritenuta non veritiera dai due indagati. La badante straniera ha ricondotto tutto alla gelosia che la vittima ha maturato nei confronti della badante. Una gelosia sfociata in una prima aggressione a danno proprio della giovane straniera.

L’uomo, nel corso del suo interrogatorio, ha raccontato dei litigi della coppia, sposata da 40 anni: “Non è un mostro. Non ha mai fatto mancare nulla ai suoi quattro figli, provvedendo anche ai nipoti”, ha spiegato il loro avvocato Anna Fusco del foro di Torre Annunziata. Proprio il legale ha fatto sapere che a breve chiederà una sostituzione della misura cautelare per l’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Vallo della Lucania. Per la marocchina, invece, resta il divieto di avvicinamento alla casa della vittima.

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