E’ morto questa notte Angelo Belfiore, decano degli edicolanti di Torre Annunziata. Altra tragedia in famiglia, dopo la morte del figlio Teo, avvenuta qualche mese fa. L’annuncio della sua dipartita l’ha dato l’altro figlio, Pasquale. E’ choc a Torre Annunziata, per la morte improvvisa di una persona per bene, molto conosciuta e stimata in città.

La redazione de LoStrillone.tv porge le condoglianze più sentite alla famiglia. 

 

Prima dell’edicola di Fiorello c’era l’edicola di Belfiore

Se i giornali potessero piangere, piangerebbero per lui. Lo Strillone cartaceo, chi l’ha fondato e lo dirige attualmente nella sua versione web, lo piange per l’amicizia che gli ha dato, visibile e ancora racchiusa nell’insegna che campeggia su quei pochissimi metri cubi dell’edicola posta sul marciapiede di corso Umberto. Qui c’è la storia di una famiglia di giornalai, ma soprattutto la storia cittadina di Angelo Belfiore, uomo corpulento, massiccio, che entrava a fatica nell’angusto spazio della struttura, quasi indossandola.

Amava il suo lavoro oltre le motivazioni del pane quotidiano e l’odore dei giornali e il sentirseli addosso, intorno, sfiorandoli con la sua mole, avvertirne il calore di inverno ed il fresco d’estate, sfogliarli, sentirne il fruscio, leggerli come meglio poteva tra il servire un cliente e l’altro. Pararsi di fronte alla sua edicola era come mettersi davanti ad un'enorme tv dove la sua figura di omaccione, apparentemente burbero, bucava lo schermo.

Era sempre pronto a scambiare quattro chiacchiere, a dire la sua opinione, anche in questi ultimi mesi quando il velo di tristezza gli affiorava negli occhi per la recente scomparsa di Teo, il suo primogenito. Uomo di popolo, disprezzava chi se la “tirava”, clienti donne e uomini con la puzza sotto al naso, e li “spicciava” prima di te per poi apostrofarli a modo suo e strappare così una risata insieme. Era un opinionista di marciapiede e di lettura, e ascoltare i suoi giudizi sociali e politici valeva più di un test statistico perché erano frutto del contatto diretto, quotidiano, con centinaia di persone di ceto e culture più disparate.

Nei giorni di festa negli anni in cui “on line” significava altro e i giornali si stampavano, era un obbligo interiore, piacevole, passare ad acquistare il foglio preferito da Angelo e ritrovarsi, nel dolce far niente domenicale, a soffermarsi e chiacchierare con altri amici e colleghi giornalisti intorno a quel cubicolo. Lui, mezzobusto, al centro di tutto, noi a volte protagonisti, oppure spettatori di duetti, e anche terzetti, che affrontava con chiunque gli desse l’input o gli passasse a tiro. Era un andirivieni continuo di vittime e provocatori, di complici ma soprattutto di spalle, sue spalle, teatralmente parlando. Uno spasso.

Prima dell’edicola di Fiorello qui, a Torre Annunziata, c’era già l’edicola di Belfiore. Ciao Angelo, ti sia lieve la terra

I tuoi amici Filippo e Catello Germano

 

 

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