“Si tratta di un passo in avanti, ma non è ancora abbastanza. Qui si muore di tumore, dobbiamo riappropriarci della nostra terra ed eliminare questo scempio”.

Il comitato Salera accoglie con soddisfazione la sospensione dei lavori della Isecold al porto di Torre Annunziata. Sospesi i lavori di ampliamento del deposito di idrocarburi, manca infatti il certificato di verifica impatto ambientale.

Il retroscena. Proprio su questo certificato era stata focalizzata l’attenzione del comitato: il 2 novembre scorso, infatti, è stato presentato un esposto in procura puntando il dito sulla verifica di impatto ambientale, dopo quanto dichiarato dal ministro della cultura Alberto Bonisoli. Il ministro infatti, nell’interrogazione presentata il 4 ottobre scorso dal deputato Luigi Gallo, appoggiò la Soprintendenza e bacchettò Regione Campania e comune di Torre Annunziata: “Considerato che la Regione – dichiarò Bonisoli - non ha ancora redatto un nuovo piano paesaggistico ma sono tuttora vigenti i vecchi Piani Paesistici ex lege n. 431 del 1985, il veto della Soprintendenza ai lavori di ampliamento del deposito di idrocarburi all’interno del porto di Torre Annunziata si sostanzia come parere preventivo vincolante e obbligatorio che, di fatto, inibisce il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e, in conseguenza, il rilascio da parte dell’amministrazione comunale, del premesso di costruire”.

Il colpo di scena. La sospensione dei lavori giunge a seguito dell’ordinanza dell’ufficio tecnico comunale: il certificato “VIA” (valutazione impatto ambientale, ndr) manca agli atti e quindi i lavori sono sospesi fino a nuovo ordine.

Le reazioni del comitato Salera. “Non vogliamo più vivere nel terrore come ci capita ormai da più di un anno a questa parte”, ha spiegato Marianeve Canciello del comitato Salera. Nel 2001 ha scelto di ritornare a Torre Annunziata dopo una vita intera passata al nord a lavorare. Ha comprato casa immaginando di poter respirare ogni giorno la brezza di mare, “non le esalazioni da idrocarburi. Negli ultimi 40 anni questo territorio l’hanno distrutto e ora si inizia a morire di tumore. Ecco perché non è più un problema nostro, ma di tutta la città. Non rimpiango il fatto di essere tornata qui, ma io non mi arrendo. Riprendiamoci questo litorale”.

La mobilitazione. Dopo la sospensione, il comitato Salera ha annunciato nuove riunione dove si discuterà dell’eventualità di indire un’altra manifestazione. “Lo stop ai lavori – ha spiegato Pina Valente – è una prima risposta adeguata alle denunce scritte e alle mobilitazioni che abbiamo promosso. Alla magistratura va il nostro plauso ed incoraggiamento e questo ci deve fare capire che noi cittadini abbiamo una grande responsabilità, possiamo cambiare la città intera se solo lo volessimo veramente. Occorre però un grande impegno per combattere la rassegnazione e le inefficienze della stessa amministrazione Ascione. Noi continueremo nella nostra lotta”.


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