È stato il tema più dibattuto in sede di anno nuovo, con l’avvento del 2019, quando tra una celebrazione e l’altra si  assistito ad un clamoroso tonfo in Borsa. È la prima volta in 16 anni, da quando è quotato, che il titolo della Mela più famosa al mondo perde notevolmente di valore chiudendo in calo di quasi 10% e bruciando 446 miliardi di dollari.

Se si pensa che lo scorso 3 ottobre si era raggiunto un picco elevato, molto più alto dell’intera Facebook, la realtà attuale è di ben altra matrice. Da cosa dipende questa brusca frenata? A Cupertino provano a spiegare il tutto con la botta d’arresto dell’economia cinese oltre che dalla guerra dei dazi di Donald Trump. Ma va annoverata anche una richiesta molto debole di iPhone in tutto il paese, fattore ben più caratterizzante di questa crisi di inizio 2019.

Per comprendere a fondo la questione è necessario avere dimestichezza con il mercato delle azioni, capire come funziona il mondo della Borsa. Le questioni politiche sono preminenti, possono influire pesantemente sull’andamento dei principali  listini: è quanto sta accadendo a livello mondiale, non soltanto negli Usa con la Apple. Si pensi alla situazione dell’euro, tenuto a lungo sotto scacco da scelte politiche di singole nazioni quali ad esempio la Brexit del Regno Unito o la querelle sulla manovra finanziaria italiana, vera e propria telenovela degli ultimi tre mesi del 2018.

Certo è che quando un tonfo è così clamoroso e riguarda una azienda forte, come nel caso di Apple, si innesca un meccanismo a catena non indifferente: in questo caso la discesa ha contribuito ad affondare le piazze finanziarie mondiali dal Giappone all'Europa. Tutte in rosso a causa proprio del crollo Apple, che ha comunque influito soprattutto su Wall Street con indici in calo del 3%.

Un meccanismo, quello borsistico, che deve essere noto a chi vi investe soldi in quanto in determinati momenti storici può essere un azzardo operare qualsiasi movimento. In prossimità delle crisi di governo, ad esempio, o anche nel caso di tensioni politiche a  livello internazionale.
Non resta altro da fare, adesso, che attendere le prossime settimane per capire cosa succederà, se come sempre in questi casi ci sarà una risalita dopo un tonfo così clamoroso e se proprio una contingenza tanto negativa diventerà occasione per ripartire e, dal lato investitori, per investire quando i listini sono bassi sperando poi di veder proliferare la cifra stanziata.


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