Deciso, ironico e mai banale. Carlo Ancelotti si è preso la scena anche durante la conferenza stampa odierna, alla vigilia della trasferta di Marassi contro il Genoa. La Champions ha rubato inevitabilmente la scena per un Napoli ancora imbattuto dopo quattro incontri nel fantomatico girone di ferro ma il campionato incombe e per gli azzurri, distanti di sei lunghezze dalla vetta occupata dalla corazzata Juventus, non ci sono margini d’errore.
Battere il Genoa. Senza se e senza ma, e poco importa se il Grifone, dal cambio della guardia tra Ballardini e Juric, non vive un gran momento perché, in realtà, quella del Ferraris sarà una sfida dalle mille difficoltà: “Domani ci sono molte insidie, andiamo su un campo che ci ha lasciato brutti ricordi alcune giornate fa, affrontiamo un avversario motivatissimo in un ambiente caldo. Sarà una prova di grande maturità, abbiamo speso molte energie contro il Psg e solo la maturità ti può dare l’ottimizzazione delle forze. Credo che sarà una sfida molto intensa e molto fisica. Ritengo di dover considerare molto l’aspetto fisico, perché la gara sarà caratterizzata anche dalla fisicità oltre che dalla tecnica".
Salto di qualità. Quello che gli azzurri sono chiamati a compiere dopo l’enorme dispendio nella magica notte di Fuorigrotta: “La Champions toglie molte energie, sia fisiche che mentali. Occorre uno sforzo superiore per evitare di incappare in imprevisti. E questo è un rischio che però è necessario correre perché la Champions è la più grande manifestazione internazionale e il Napoli è all’altezza di disputarla".
Chiusura col botto. La reazione di Mou all’Allianz Stadium ha scatenato dibattiti e polemiche che hanno inevitabilmente toccato anche Ancelotti, chiamato ad esprimersi sul gesto – ironico e provocatorio – dello Special One. Geniale la replica di Carletto, che ha letteralmente mimato il gesto del collega portoghese, stemperando poi gli animi con il suo solito aplomb: “Ognuno di noi che va sul campo ha una responsabilità e bisogna sempre tenerlo presente. Essere insultati per 90 minuti però non fa certe piacere. Reazione comprensibile di Mourinho, anche perché non è stata una cosa volgare ma ironica. Ci può stare dopo 90 minuti di insulti. Il vero problema si pone quando quegli insulti passano in secondo piano, analizzando solo l’altro gesto, durato pochi secondi. E non mi riferisco solo alla Juve, ma ad una cultura generale del calcio italiano, votata generalmente all'insulto. Accade anche a Napoli, a Milano, ora basta. Abbiamo vissuto un Napoli-Psg senza alcun problema, domani sarà un altro ambiente bellissimo, basta litigare".

Foto: sscnapoli.it


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