“Grazie alle forze dell’Ordine che stanno dimostrando di non aver dimenticato mio marito Giuseppe”. Lo ha detto Carmela Sermino, commentando la notizia apparsa sulle colonne di Metropolis: a impugnare la pistola che uccise Giuseppe Veropalumbo il 31 dicembre 2007 fu probabilmente un minorenne, in compagnia di altri due ragazzi.

GLI SVILUPPI. La svolta potrebbe giungere a poco più di un anno dal ritrovamento di un’ogiva sulla facciata del palazzo di Corso Vittorio Emanuele III, in cui la famiglia Veropalumbo viveva. Poco dopo, quella porzione di proiettile fu utile a identificare la pistola usata per l’omicidio, una calibro 9 trovata poi nel porto di Torre Annunziata. Dopo 11 anni potrebbe esserci quindi una svolta decisiva alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e dalla Polizia.

LE PAROLE DI CARMELA SERMINO. “Spero che la notizia sia attendibile – ha continuato la vedova Sermino -. Io continuo a battermi ogni giorno da 11 anni a questa parte in attesa che si faccia chiarezza e giustizia in memoria di Giuseppe. Di certo è una notizia importante, dimostra che le forze dell’ordine non hanno smesso di lavorare, nonostante sia passato tutto questo tempo. E’ stato compiuto un altro passo in avanti, significa che Giuseppe non è stato dimenticato”.

IL “NO COMMENT” DELLA POLIZIA. Massimo riserbo della Polizia: gli inquirenti continuano a lavorare sotto traccia, alla ricerca di tre uomini (probabilmente all’epoca tutti minorenni, ndr) che avrebbero eseguito il raid omicida. “Non commentiamo, ma forniremo tutti i dettagli al momento opportuno”, lasciando intendere che molto presto potrebbero esserci sviluppi importanti su una delle vicende che più hanno segnato la città di Torre Annunziata.


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