“C’erano crepe lungo tutta la parete, tant’è vero che anche mio cognato Damiano Opomia, molto preoccupato, mi disse di andare a controllare i lavori in corso al secondo piano della palazzina”.

E’ il passaggio più importante della testimonianza di Francesco Gallo, nel corso dell’udienza del processo sul crollo della palazzina di via Rampa Nunziante. Una seduta molto breve, durata all’incirca un’ora, per lasciare spazio poi alla cerimonia di pensionamento di Alessandro Pennasilico, procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Torre Annunziata.

Gallo, operaio della ditta Perna, era tra gli operai che lavoravano all’appartamento di suo cugino Marco Chiocchetti, al primo piano della palazzina crollata. “Ero salito – ha spiegato in aula Gallo - sia perché ero preoccupato per il materiale scaricato che andava a finire anche sui balconi dove lavoravamo noi al piano sottostante, sia perché si erano formate delle lesioni verticali importanti sulla facciata del lato interno del palazzo”.

Lamentele che hanno riguardato anche i rumori provocati dagli operai della ditta che lavorava al secondo piano, negli appartamenti di Gerardo Velotto e il presunto uso del martello pneumatico: “Ne sentivo spesso il rumore – ha affermato Gallo – ma non ho avuto modo di vederlo con i miei occhi”.

Nella prossima udienza, in programma mercoledì 19 giugno, Gallo verrà riascoltato per il controesame dei legali della difesa.

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