Nel segno di Nino Taranto. Sabato 8 giugno 2019 si è tenuta la prima fase della stagione di rappresentazioni teatrale del progetto “Culturateatro” con il patrocinio delle Arciconfraternite oplontine della Diocesi di Napoli dei Santi Agostino e Monica (retta dall’ingegner Alfredo Cutrupi), del Santissimo Sacramento (dalla signora Lucia Correale) e del Rosario (dall’architetto Lucio Fiordoro) in partnership con la Pro Loco Oplonti “Marina del Sole” (presidente l’avvocato Ciro Maresca). L’evento “Noi….i Taranto” ha visto come location la Cripta della chiesa dello Spirito Santo a Torre Annunziata.

Più di cento anni fa, nel popolare quartiere napoletano di Forcella nasceva Nino Taranto. La sua fu una recitazione garbata nei modi, mai volgare, nonostante sia stato partecipe di un cinema sostanzialmente comico, riuscì a rivelare la completezza delle sue doti artistiche nel film “Anni facili” del 1953 di Luigi Zampa, che gli fece vincere l’anno successivo il Nastro d’argento come protagonista.

Lo spettacolo è una vera e propria carrellata della sua lunga e gloriosa carriera, scoprendo, attraverso il racconto del nipote Corrado, figlio del fratello e collega Carlo, i lati più sconosciuti di quello che fu considerato “il signore della risata”.

Protagonista nel Varietà, interprete di un genere storico indimenticabile “la macchietta”, precursore in teatro nella Rivista e ottimo interprete di prosa. Dal cinema alla televisione e al teatro, una panoramica del modo in cui Nino e Carlo erano artisti a 360 gradi.

Lo spettacolo, che ripercorre fra aneddoti, brani teatrali, macchiette e canzoni la storia della famiglia di artisti che ha visto come capostipiti Nino e Carlo Taranto (padre di Corrado), è stato interpretato da Corrado Taranto e Guglielmo Capasso.

“Il vero scopo nel portare veramente a compimento le nostre attività è che, abbiamo toccato con mano, che tutta la nostra città sta perdendo completamente cultura. – commenta il Priore ingegner Alfredo Cutrupi -. Il teatro ci insegna le parole, parla nei tempi necessari a trasmettere le cose che sono complesse perché la vita è complessa. La cultura è la strada su cui corre il sociale, se non c’è questa strada il sociale non va da nessuna parte quindi ecco perché c’è l’unione tra teatro, cultura e sociale”.

 

A cura di Maria Polimeno

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